SANTO STEFANO IN ASPROMONTE – Francesco Malara è il candidato a sindaco della lista civica promossa dal Pd di cui è segretario. La riserva è stata sciolta e adesso parte il momento delle verifiche prima della scadenza del termine per la presentazione ufficiale delle candidature. Sì, perché l’aspirante primo cittadino è stato di parola: ieri, infatti, come aveva annunciato nelle scorse settimane, l’elenco dei componenti la sua squadra e delle relative firme è stato portato all’attenzione della Prefettura di Reggio Calabria, della Procura della Repubblica di Reggio Calabria e della Stazione dei carabinieri di Santo Stefano in Aspromonte. A queste istituzioni gli undici candidati fanno una richiesta che è una cosa quasi fuori dal comune a queste latitudini, ma senz’altro un’iniziativa da prendere come esempio: «Che le signorie illustrissime, ciascuno per quanto di competenza, vogliano verificare in capo ai sottoscritti tutte le condizioni di eleggibilità, candidabilità e moralità, previste dalle leggi vigenti in materia, comunicando in tempo utile l’eventuale sussistenza di impedimenti alla candidatura, sì da consentire di apportare modifiche alla compagine elettorale». Una richiesta preceduta dalla presentazione del gruppo e dalle motivazioni che lo hanno spinto a organizzarsi per le prossime amministrative: «Siamo un gruppo di cittadini, fortemente convinti che i temi della legalità e della trasparenza siano la lente attraverso cui guidare l’agire pubblico in tutte le sue manifestazioni». Da qui, secondo la lista capeggiata da Malara, «la politica deve ripartire per dare risposte concrete, costruendo percorsi di legalità e trasparenza a partire dal funzionamento della macchina amministrativa, dal rapporto con i cittadini e col territorio». Con queste convinzioni, la compagine di Malara ha maturato l’ambizione di «di voler cambiare il volto di una comunità che da troppi anni ormai è rimasta ai margini, sospesa in un vuoto di idee e di progetti. Ci sono alcune idee forti – prosegue la lettera protocollata di fronte alle suddette istituzioni e forze dell’ordine – di cui ci sentiamo portatori e che riteniamo siano caratterizzanti il nostro impegno politico: lavorare per l’interesse generale, per difendere il bene comune ovvero il turismo, il lavoro, la scuola, la salute, la cultura, per una politica inclusiva volta al coinvolgimento di tutti i cittadini nella definizione e interpretazione dei bisogni civili e sociali; per una politica solidale volta ad aiutare soprattutto i bisognosi». f.m.
Il Quotidiano del Sud 21 marzo 2015
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