Villa San Giovanni. Bilancio comunale, insorge la Consulta del terzo settore: «Meno fondi al sociale, più soldi alla politica»

23 Marzo 2019
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COMUNICATO STAMPA A FIRMA DI ANNALISA ARENA, PRESIDENTE CONSULTA TERZO SETTORE VILLA SAN GIOVANNI:

La situazione economica nazionale si riflette anche sulla comunità villese. Permane lo stato di disagio economico di molte famiglie che giornalmente si presentano presso gli uffici dei servizi sociali per chiedere contributi economici e sussidi vari. Importante sarà l’attività di Associazioni di volontariato che operano nel territorio comunale che svolgono una funzione sussidiaria a quella del Comune che dovrà essere sostenuta finanziariamente per un mirato raggiungimento degli obiettivi di solidarietà.

A svolgere queste affermazioni non è la Consulta Comunale del Terzo Settore di Villa San Giovanni bensì il DUP (documento unico di programmazione) del Comune di Villa San Giovanni adottato per gli anni 2017-2019.

Anche il Piano Esecutivo di Gestione (altro importantissimo documento dell’Amministrazione approvato nel gennaio u.s.) nell’evidenziare l’aumento del disagio sociale e dei bisogni degli indigenti, pone tra le priorità strategiche anche il miglioramento degli interventi sociali, l’attenzione al mondo dell’associazionismo, l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Affermazioni in tutto condivisibili dagli organismi che partecipano alla sopracitata Consulta ma che, nei fatti, sono amaramente smentite dal Bilancio di Previsione redatto dall’odierna Amministrazione comunale.

Dunque non poteva che essere negativo il parere espresso dalla Consulta Comunale del Terzo Settore sul Bilancio di Previsione 2019. Nel corso di un incontro tenutosi lo scorso giovedì 21 marzo, la Consulta ha evidenziato al sindaco Giovanni Siclari, alla vice Maria Grazia Richichi e al Segretario generale (anche responsabile ad interim dei Servizi sociali) tutte le incongruenze tra quanto dichiarato in quei documenti di programmazione politica e amministrativa e il bilancio di previsione 2019, che contrariamente ai bellissimi principi enunciati, mortifica ulteriormente i bisogni dei cittadini e il settore delle politiche e dei servizi sociali.

Ad essi l’Amministrazione ha destinato lo 0,42% delle somme in bilancio, pari a 63.700 euro. Il 47% in meno dei precedenti già miseri esercizi finanziari (nel 2017 erano previsti 118 mila euro).

Solo a titolo esemplificativo alcune voci importanti: 10mila euro per l’assistenza agli indigenti e persone bisognose (erano 27.500 nel bilancio di previsione 2017); più nessun contributo al Masci 1 per l’onorevole gestione del Parco P. Pizzimenti; decurtato di un terzo il contributo al Progetto Amico che ospita i senza tetto e offre un pasto anche ai cittadini in difficoltà.

Neanche un euro per le politiche giovanili. Non un soldo per le politiche in favore della popolazione anziana. Tutto ciò a fronte, rispetto al 2018, di un aumento delle spese per le indennità di Sindaco, Assessori e Presidente del Consiglio per 33mila euro. Evidentemente sono queste le priorità e i servizi essenziali!

E si potrebbe ancora continuare capitolo per capitolo e spesa per spesa tra voci per commissioni non ancora esistenti e per servizi di telefonia e luce da far seriamente riflettere.

Né la Consulta si fa ingannare da quei capitoli di spesa dove, invece, i soldi sono appostati.

Per l’abbattimento delle barriere architettoniche, per esempio, il bilancio prevede circa 87mila euro. Sono i medesimi del 2018 e di anni precedenti. Né tantomeno la voce di bilancio viene incrementata nonostante le leggi vigenti obblighino gli enti nel destinare a questa voce una percentuale degli oneri di urbanizzazione e delle multe stradali.

La posizione della Consulta è chiara e non condivide il disimpegno dell’Amministrazione Comunale rispetto ai bisogni delle fasce più deboli della popolazione villese.

Né è gradita alla Consulta un ipotetico rinvio a futuri assestamenti, da annoverare nelle eterne promesse del politicante di turno. I bisogni dei cittadini non possono attendere. La giustizia sociale va perseguita sempre, oggi, immediatamente. Il grado di attenzione ai più fragili della società segna la civiltà di una comunità che, chi governa la città, sembra aver smarrito. Non così le organizzazioni appartenenti alla Consulta (e non solo) che, con il loro impegno gratuito e disinteressato, perseguono il bene comune anche senza il sostegno di un’Amministrazione a cui chiedono con forza un’inversione di rotta.

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