VILLA SAN GIOVANNI – «Meglio un insieme di opere e servizi utili che un Ponte che probabilmente non vedremo mai». È stato questo il messaggio lanciato dal movimento No Ponte calabrese in occasione dell’iniziativa tenutasi ieri pomeriggio nella sala del consiglio comunale di Villa San Giovanni.
Il professor Domenico Gattuso, ordinario di Trasporti all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, ha condiviso una relazione dettagliata focalizzata sulla effettiva necessità della grande opera, proponendo anche una prospettiva alternativa su come il sistema infrastrutturale in Calabria e nell’area dello Stretto potrebbe e dovrebbe essere concepito e organizzato.
Diversi i punti toccati da Domenico Gattuso, che hanno rivelato – ancora una volta – «l’estrema indeterminatezza economico-finanziaria, ingegneristica e trasportistica su cui poggia la realizzazione – annunciata – del ponte, per non parlare dell’impatto ambientale dell’opera».
«Oltre alle incognite di natura finanziaria – il costo del Ponte è lievitato del 60% in poco più di dieci anni; l’aumento del prezzo di materie prime ed energia richiede un aggiornamento delle spese previste e nonostante i vari annunci non un euro verrà impegnato dal Pnrr – tante sono le problematiche strutturali». Come ha illustrato Gattuso, «a fronte di un valore decrescente dei traffici nello Stretto e considerata l’innovazione tecnologica che vede investire sempre più – in Europa e nel mondo – in trasporti marittimi meno inquinanti, moderni ed efficaci, pare evidente che costruire il Ponte sia soprattutto un regalo ai privati, che infatti da mesi ci mettono al corrente di quanto siano contenti che la favola del Ponte sia di nuovo raccontata agli italiani».
Eppure tanto si potrebbe fare per rendere sostenibile la mobilità nello Stretto. I pendolari tra le due sponde spendono cifre che non hanno eguali in Italia e nel mondo a parità di chilometri di spostamento. E l’esosità delle tariffe e la scarsità di corse (soprattutto di mezzi veloci tra Reggio e Messina) «non vengono minimamente risolte dall’eventuale Ponte sullo Stretto, dato che le rampe di accesso sorgeranno tra Palmi e Gioia Tauro, rendendo necessario il collegamento dinamico tra Calabria e Sicilia, esattamente come oggi».
Se diversi studi sottolineano come non esista un nesso causale tra super-investimento infrastrutturale e crescita economica, è evidente invece come «un nuovo sistema di trasporti sostenibile (sia per l’ambiente che per le persone) e diffuso, di cui cioè andrebbero a beneficiare le diverse aree della nostra regione, produrrebbe più di un miliardo di euro di vantaggio ambientale e garantirebbe un risparmio economico notevole per i cittadini, che andrebbero certamente coinvolti in una costruzione partecipata e non calata dall’alto di un modello di sviluppo reale e al tempo stesso alternativo».
Sono i territori a doversi esprimere sulle decisioni strategiche per il presente e il futuro dei suoi abitanti, e in questo senso l’iniziativa di venerdì è stata organizzata nell’ambito di «un percorso di mobilitazione che prevede anche momenti di condivisione di saperi e conoscenza, necessari per smontare una propaganda incantatoria e bugiarda che, proprio nel momento in cui il progetto di autonomia differenziata sta per rendere perenni le diseguaglianze tra nord e sud, va respinta con forza al mittente».
Ogni mercoledì alle 18 il movimento No Ponte si riunisce al centro ‘Nuvola Rossa’ di Villa San Giovanni. «Le assemblee sono aperte al contributo di tutte e di tutti: mai come in questo momento la partecipazione è necessaria per difendere il nostro territorio da speculazioni e ricatti!», conclude il movimento.
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