Biodiversità da valorizzare e potenzialità ecoturistiche da sfruttare con un occhio ai “novel food”
Biodiversità da valorizzare e potenzialità ecoturistiche da sfruttare. Tra forti correnti, vortici, delfini e pesci abissali, il mare di fronte Punta Pezzo di Villa San Giovanni continua a offrire sorprese e a rivelarsi un laboratorio a cielo aperto di biologia marina e di biodiversità. In attesa del prossimo “Abyss Day” del 22 marzo, il dott. Angelo Vazzana fondatore del Museo di Biologia Marina e Paleontologia di Reggio Calabria e studioso dell’idrodinamismo dello Stretto e il dott. Rosario Previtera dell’Associazione ambientalista “Save Your Globe” e Manager della transizione ecologica, insieme ad altri appassionati e studiosi, hanno monitorato nei giorni clou che si manifestano periodicamente, l’andamento delle forti correnti, dei vortici marini e il passaggio di cetacei (come delfini e stenelle) e dei cormorani, sul pennello in corrispondenza del faro di Pezzo e soprattutto la presenza dei pesci abissali spiaggiati e di meduse molto particolari in quella che è stata definita la “Spiaggia degli abissi” tra i due piccoli promontori “Spontone” e “Cannone” e verso la chiesa di Cannitello. Le peculiarità delle correnti dello Stretto, dovute anche alla conformazione dei fondali, della costa e alla forza idrodinamica che si alterna notoriamente ogni sei ore (correnti di “montante” e di “scendente”) influiscono addirittura sul microclima dell’area sud del reggino e della ionica, oltre a regalare nei pressi di Punta Pezzo e di Ganzirri numerosi spettacoli naturali unici al mondo connessi allo scontro tra le correnti e fortemente connessi alla ricca mitologia greca dell’Area dello Stretto. «Evidenziamo ancora una volta che siamo di fronte ad un osservatorio naturale, quello di Punta Pezzo, che può diventare un fattore di attrazione per un turismo didattico e scientifico non solo locale, grazie alla sua unicità» dice Previtera: «Osservare da una posizione privilegiata le correnti fortissime, i vari tipi di vortice e fenomeni come l’”upwelling”, le “scale di mare”, i “tagli di rema” ed altri descritti dal dott. Vazzana e poter osservare e toccare i bellissimi pesci abissali spiaggiati grazie a tali fenomeni, costituiscono vere e proprie opportunità da non perdere e da trasformare in eventi da promuovere, valorizzare e consolidare facendo rete anche con altri enti scientifici e le istituzioni come l’Abyss Day».
Interessanti quelli che vengono da alcuni definiti i “mostriciattoli” dello Stretto, ovvero i pesci abissali dalla foggia “mostruosa” e muniti di bioluminescenza fornita dai fotofori luminosi posti lungo il ventre di questi animali che vivono negli abissi più bui e profondi a partire da 200 m fino a 1500 m e che risalgono in superficie perché spinti dalla forza della risalita delle acque profonde (upwelling) quando soffia il Maestrale sulla costa villese o lo Scirocco sulla costa messinese. «Sulla spiaggia tra i ciottoli, non ancora visti dai gabbiani» continua Previtera «abbiamo reperito i pesci abissali “Ascia d’argento” (Argyropelecus hemigymnus), la “Vipera di mare” (Chauliodus sloani ribattezzato da Vazzana “Chlauliodus skyllae”), la “Bocca spinosa” (Genostoma denudatum) e la splendida e innocua medusa blu “Barchetta di San Pietro o di San Giovanni” (Velella velella). Essa risulta essere ricchissima di antiossidanti e in estate, per gli amanti dei “novel food”, proveremo a realizzare la “frittella di Velella”. La Velella è costituita da tanti di individui in colonia che determinano una unica conformazione simile ad una barchetta di 5-7 cm con vela triangolare che ne permette lo spostamento grazie al vento. La loro presenza rappresenta uno scrigno di biodiversità e indica la pulizia delle acque ma anche il surriscaldamento del mare in atto».
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