Villa, l’affondo di Fratelli d’Italia verso i 5 ex sindaci: «Il futuro non può essere garantito dal passato!»

2 Febbraio 2022
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l’architetto Filippo de Blasio

VILLA SAN GIOVANNI – L’architetto Filippo de Blasio, portavoce del Circolo di FdI “Area dello Stretto”, «dopo un serrato confronto con tutti gli iscritti e simpatizzanti, intende proporre delle riflessioni a seguito della conferenza stampa dei cinque ex sindaci e delle interviste da questi rilasciate. Cinque ex sindaci che hanno coperto un arco temporale di gestione dell’ente che va dal 1988 al 2015. Il primo sforzo che tutti hanno tentato di fare è stato quello di ricordare la città di quegli anni ma, per quanti sforzi di memoria siano stati fatti, a nessuno è tornata alla mente una realtà diversa da quella attuale. L’altro aspetto inspiegabile sta nel fatto che tutti e cinque gli ex sindaci, oggi, propongano come soluzione di ogni problema un “polo logistico”. Il motivo per cui la proposta risulta inspiegabile discende da varie motivazioni. La prima, risponde al fatto che fin dal 1990 (DPCM 26.01.1990), nell’ambito dell’Accordo Quadro per l’attraversamento dello Stretto di Messina, quest’investimento era previsto e finanziato; la seconda, risponde al fatto che ciascuno di loro si deve essere confrontato, durante la propria sindacatura, con questo programma d’investimenti e con i suoi inqualificabili sviluppi (che hanno portato alla revoca dei finanziamenti avendo realizzato solo la “diga di sottoflutto”, forse perché interessava per la salvaguardia degli approdi delle private?); la terza, risponde al fatto che sorprende come degli ex sindaci che oggi si ripropongono, mettendo a disposizione della città la loro esperienza, scoprano solo oggi il ruolo che Villa San Giovanni ha nel sistema dei trasporti (e volendo tranquillizzare l’ex sindaco Calabrò, che ritiene abbia un ruolo locale è giusto informarlo che il livello e europeo! E da tempo!); la quarta, risponde al fatto che, non è ammissibile che dall’esperienza di ben cinque ex sindaci della città non emerga nessuna “nuova” idea e si tenti di riciclare un intervento di ben trenta anni addietro (che per altro non hanno saputo concretizzare!); la quinta, risponde al fatto che, non è ammissibile che ben cinque amministratori che si candidano, addirittura, quali “garanti” del buon governo, non comprendano che stanno proponendo di “ipotizzare”(per fortuna solo ipotizzare!) a carico del Comune di Villa la realizzazione di questo “polo logistico” (che come ci riferisce l’ex sindaco Lavalle, “servirebbe a tutti”)».

 

«Ma la tanto decantata “esperienza amministrativa” non viene loro in aiuto per far comprendere che stanno proponendo, a carico del Comune, un intervento che non rientra nelle competenze dell’ente territoriale e che, per altro, ove appostato (come proposto) sul PNRR andrebbe a gravare sulla dote del Comune, sottraendo disponibilità per effettuare investimenti utili a risolvere il deficit strutturale di dotazioni proprie dello stesso, interessando, per altro, superfici già, a suo tempo, espropriate per tale scopo ed ora appartenenti ad Anas o Ferrovie . Ma allora questi ex sindaci non possono considerarsi né amministratori capaci e lungimiranti, né tanto meno amministratori che, dopo aver dimostrato attitudine al buon governo, possono oggi portare la loro esperienza quale prova per riproporsi alla guida della città. La triste, ma legittima, preoccupazione che emerge spontanea dopo l’ascolto delle dichiarazioni degli ex sindaci su questa iniziativa è proprio la possibilità che la loro “disponibilità” possa discendere solo dalla volontà di continuare a mettersi al servizio di quei “tutti” a cui la realizzazione dell’opera, a carico del Comune di Villa, tornerebbe comoda perché non andrebbe ad appesantire le rispettive doti sul PNRR. Continua il “modello servile” nei confronti di chi si è sempre servito (impunemente) del territorio comunale senza essere mai stato richiamato a corrispondere quanto dovuto in termini compensativi. Che si proponga di chiedere ad ANAS, Ferrovie e private di realizzare il polo logistico secondo le indicazioni dettate dalla città e ci si occupi di sanare quel gap strutturale che produce la fuga dei giovani. Anche sul problema dei giovani si sono concentrate le parole della maggior parte degli ex sindaci. Ma di concreto nulla! L’ex sindaco Aragona ha anche affermato che a convincerlo a rimettersi in politica, dopo 25 anni, sono stati i giovani e che dopo il risultato elettorale, malgrado fosse stato costretto a svolgere il ruolo di minoranza in consiglio, è rimasto per far crescere quei giovani (ma si è guardato bene dal lasciare spazio, conservando il suo posto in consiglio!) Anzi, tutti gli ex sindaci, hanno ribadito che, fatti salvi i posti a loro riservati (per aiutarli a crescere!), si può vedere se c’è spazio. Questo lo precisa nella sua intervista, l’ex sindaco Cassone quando, esaltato l’operato dell’architetto Ciccone, per aver anche trovato il nome LAB.V.22, definendolo un ottimo amministratore, lo accredita per un posto. Quindi per i giovani quale spazio? L’ex sindaco Cassone si spinge anche a definire l’iniziativa, testualmente “… un progetto o meglio un embrione o meglio ancora un’idea progetto sulla quale bisogna mettere i contenuti”. Allora, se l’ideatore dell’aggregazione si esprime in questi termini, vuol dire che proprio non c’è nulla! Ovvero non c’è spazio per i giovani (posti occupati!) e neppure contenuti al progetto “laboratorio” perché ancora bisogna metterli».

 

«Risulta anche meritevole di riflessione il fatto che nessuno degli ex sindaci abbia affrontato il problema del dichiarato dissesto del Comune. Certo non per delicatezza, in quanto il tutto è sub iudice perché oggetto di ricorso al TAR, ma perché consapevoli del fatto che la quasi totalità di quei “debiti” che sono stati considerati (a torto o a ragione) idonei per essere definiti “debiti fuori bilancio” si sono generati nell’arco temporale delle loro sindacature (1988/2015). L’ultimo aspetto su cui si propone una riflessione riguarda il fatto che quattro su cinque degli ex sindaci rappresentano la tradizione tutta villese dei “sindaci-medici” e nel loro dire è emerso il solito modo di porgersi al “cittadino-paziente”. Ma sarebbe opportuno che riflettessero sul fatto che i cittadini ormai non sono più “pazienti”. I modi per fare politica sono altri e per proporre azioni amministrative bisogna avere competenze e soprattutto essere sempre “aggiornati”. Inoltre l’investimento sul territorio si fa realizzando un’adeguata presenza organizzativa che deve prescindere dalle persone (ed ancor più dalle personalità) e deve far crescere le forze giovani per garantire e garantirsi il futuro. Il futuro non può essere garantito dal passato! Del passato dobbiamo essere tutti consapevoli ma, soprattutto, per non commettere più gli stessi errori».

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