VILLA SAN GIOVANNI – Quattro ex sindaci “No Ponte”, tre di Villa e uno di Messina, sono stati protagonisti dell’ultimo incontro promosso dal Comitato Titengostretto.
Primo a parlare Rocco Cassone, sindaco villese dal 1998 al 2008: «Durante il mandato ci siamo documentati dal punto di vista tecnico e scientifico e abbiamo messo in piedi diverse azioni, anche legali, contro l’opera. Ricordo tre grandi manifestazioni in città, per dire no a un’opera insostenibile dal punto di vista economico, paesaggistico, urbanistico e strutturale. È chiaro che la protesta non ha senso se non ci sono delle proposte, e la proposta più intelligente che possiamo fare è quella di spostare il traffico gommato dal centro cittadino con la realizzazione del porto a sud».
È poi toccato a Renato Accorinti, sindaco di Messina dal 2013 al 2018; indimenticabile la sua salita sul pilone di Torre Faro con indosso la maglietta “No Ponte”, per un’intera notte trascorsa lassù in segno di protesta contro l’infrastruttura. «Ci vuole tanto – così Accorinti ieri pomeriggio – a capire che un luogo come lo Stretto non si può toccare? Quella volta che sono salito sul pilone è stato meraviglioso, da lì sono nate tante altre iniziative, tra cui un calendario che ha fatto conoscere a tutti la meraviglia dello Stretto, un patrimonio infinito, unico. Siamo per un no e per tanti sì, ma il problema è che non ci hanno dato mai nulla delle moltissime cose che ci servono, in primis la messa in sicurezza del territorio. Rispetto Salvini, ma perché non fa le cose importanti? Perché prima era contro e ora è pro Ponte? Alla sindaca Caminiti dico che deve essere molto ferma».
E ancora Giancarlo Melito, primo cittadino villese per un periodo più breve (2008-2009): «La sindaca Caminiti è stata molto determinata nella sua posizione a tutela della città, lasciando intravedere un coinvolgimento sempre più forte in termini di contrapposizione a un’idea folle che sta a cuore a pochi. Le risorse per il Ponte sono uno spreco che deve preoccuparci tutti, poiché si tratta di un’infrastruttura che non serve a niente e a nessuno. A chi serve il Ponte? Non c’è nessun tipo di beneficio collegato a una logica di sviluppo, e chi pensa di isolare il Sud con le opere compensative sta facendo un grandissimo errore di valutazione che si ripercuoterà sull’intero sistema Italia e sistema Europa».
A chiudere il giro degli interventi dei sindaci è stato Cosimo Antonio Calabrò, alla guida di Villa San Giovanni dal 1993 al 1998: «A chi serve il Ponte? Perché Salvini cambia opinione a distanza di tempo? Perché dietro c’è un covo di interessi che non sono gli interessi dell’Italia. La battaglia contro il Ponte si deve fare, ma come? Da un lato utilizzando le armi che lo Stato democratico fornisce, tutelando la città in tutte le sedi istituzionali competenti; dall’altro, l’arma che abbiamo è l’opinione pubblica. Bene Caminiti, un sindaco deve ascoltare tutti e fare sintesi. Il Ponte non è un problema degli espropriandi, ma di tutta la città. Un problema che coinvolge maggioranza e opposizione, ed è proprio a questa che rivolgo un appello, affinché trovi con la maggioranza una posizione condivisa sulla tutela della città». (fra.me.)
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