Villa San Giovanni. Addio al Prof. Francesco Mazzà, un altro pezzo di storia cittadina che se ne va

6 Novembre 2018
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di Giusj Santacaterina

Il Prof. Francesco Mazzà con la giornalista Giusj Santacaterina

VILLA SAN GIOVANNI – Con lui se n’è andato un altro pezzo di storia di Villa San Giovanni. Il direttore, così lo chiamavamo tutti, Francesco Mazzà, è “passato oltre”. Oltre questa sua vita fatta di studio, di giornalismo, di educazione e di tanto amore per la conoscenza. “Uomo di vivace ingegno, esperto abbastanza di lettere [… ] che fin dai primi anni fu delle riposte cose curiosissimo indagatore…” avrebbe detto di lui il grande Francesco Petrarca, era anche da molti chiamato professore, da altri maestro. Perché maestro lo era, non solo per essere stato docente di scuola primaria ma anche perché insegnava ai docenti cosa voleva dire educare. Del professore Mazzà, editore e direttore dello storico magazine “Oggi Noi”, rivista di studi sociali e approfondimenti culturali e politici, si potrebbe discutere per giorni visti i tanti i titoli acquisiti nel corso della sua vita. Non solo autore di libri dedicati all’area dello Stretto di Messina che egli amava a tal punto da combattere, con la sua penna, per renderlo migliore ma anche tante opere didattico-educative e l’impegno culturale premiato anche dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Amante dei classici e cultore della lingua italiana, aveva ricevuto anche l’importante “Premio Gramsci”. Il suo amore per i giovani e per la società lo aveva spinto ad assegnare anche egli stesso il premio “Oggi Noi” ai più meritevoli personaggi di Villa San Giovanni e dintorni. Il pensiero in vita era sempre rivolto agli amati figli e all’adorata moglie che lo aveva lasciato prematuramente. Il popolo villese tutto, dai politici, agli ex-studenti, ai giornalisti e a tutti coloro che avevano conosciuto la sua eleganza e la sua mente brillante, è stretto oggi in cordoglio per la sua dipartita.

Ed io, che ebbi l’onore di collaborare con te, ricevendo anche quel premio che tu istituisti per noi giovani che volevamo seguire le tue tracce, ti ricorderò sempre con stima ed affetto. Emerson scriveva: «Vai dove il sentiero non c’è ancora e lascia dietro di te una traccia». E tu, direttore, l’hai lasciata in tutti noi. Ad majora semper.

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