VILLA SAN GIOVANNI. Tosap e Icp, il mistero dell' "ufficio fantasma": contribuenti e opposizione denunciano l'interruzione di pubblico servizio

29 Settembre 2016
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VILLA SAN GIOVANNI – Il 21 luglio scorso si è tenuto su richiesta di 1/5 dei consiglieri comunali, praticamente l’intera opposizione, un consiglio comunale dai toni molto accessi, nel corso del quale la maggioranza guidata dal sindaco Antonio Messina è stata incalzata pesantemente del capogruppo Pd Cosimo Freno, che a nome dell’intero gruppo consiliare dei democratici, ha attaccato frontalmente l’amministrazione comunale sulla «gestione allegra dei tributi comunali», fino ad arrivare a denunciare una «interruzione di pubblico servizio» da parte della società Arca Servizi S.r.l., che dai primi del mese di luglio sino almeno alla data dello stesso consiglio o a qualche giorno prima, aveva chiuso i propri uffici di via La Volta per poi riaprirli in un’altra sede, tanto che per ben 17 giorni i contribuenti villesi non hanno potuto usufruire delle varie attività dello sportello, dalla verifica della posizione contributiva all’accesso agli atti, fino alla presentazione di una denuncia o di un reclamo per il mancato recapito degli avvisi di pagamento relativi all’imposta comunale sulla pubblicità e per il tardivo ricevimento, due mesi dopo rispetto alla scadenza prevista, di quelli inerenti alla tassa per l’occupazione del suolo pubblico.

Una situazione che ha gettato nel caos i cittadini/contribuenti e fatto insorgere e ricompattare tutta l’opposizione, i tre consiglieri del Pd, Freno, Bellantone e Idone, e i consiglieri del gruppo “Cittadini Responsabili, Silvia Lottero e  Massimo Morgante.

Giova però ricordare alcuni passaggi, anche degli ultimi anni, strettamente collegati all’odierna vicenda. L’amministrazione comunale decide di continuare a esternalizzare pure i servizi di liquidazione, riscossione e accertamento dei tributi comunali, quali: la tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, l’imposta comunale sulla pubblicità e i diritti sulle pubbliche affissioni. La concessionaria aggiudicataria del bando di gara, pubblicato e curato dalla Stazione Unica Appaltante nel 2013, risulta essere la  Assoservizi S.r.l.,  con  ufficio locale in via La Volta n° 26 di Villa San Giovanni.  A detta società di gestione e riscossione tributi  subentra, a seguito della cessione di ramo d’azienda, del 29 ottobre 2015, una nuova società a responsabilità limitata denominata Arca Servizi S.r.l. con sede legale a Cremona, ma con sede operativa e amministrativa a Palmi, presso altra società del gruppo Golem. Il Comune di Villa San Giovanni, attraverso l’adozione di una determina del capo settore Maria Vincenza Salzone,  l’1 febbraio 2016 prende atto della cessione di ramo d’azienda e pertanto dà il via libera alla società Arca Servizi S.r.l. per l’attività di riscossione dei tributi comunali, prima di competenza della società Assoservizi S.r.l., vincitrice dell’appalto e firmataria, a settembre 2013,  del relativo contratto.

«Il subingresso – tuona Cosimo Freno  – è a nostro avviso possibile solo dopo  un adeguato ed approfondito accertamento di tutte le procedure ed i requisiti soggettivi ed oggettivi  della società subentrata , ivi compreso il possesso di tutti quei  requisiti che devono essere in capo alla società subentrata e sono stati richiesti, a suo tempo dal bando di gara, alla società aggiudicatrice». Insomma, il capogruppo del Pd lascerebbe intendere che la scrittura privata, cioè il contratto di cessione di ramo d’azienda tra le due società, sia stato un modo per evitare l’ostacolo della gara pubblica, sopperendo così alla possibile mancanza dei requisiti previsti dal bando e dalla Suap. Ipotesi che, comunque, spetta al Comune di Villa San Giovanni verificare, visto che i competenti uffici municipali sono tenuti ad acclarare con perizia e preliminarmente anche il parere obbligatorio della Stazione Appaltante.

La questione posta da Freno all’attenzione della massima assemblea della città, ha infiammato i toni del consiglio. Il primo cittadino Antonio Messina e l’assessore al ramo Lorenzo Micari con non poca difficoltà hanno tentato di fornire risposte, senza riuscire a soddisfare la minoranza. A sostegno dei dubbi manifestati e delle tesi denunciate dai Dem, è arrivato pure il consigliere di opposizione Massimo Morgante, che fatto notare, peraltro, «come la società concessionaria dei tributi Arca Servizi avesse provveduto per tutto il mese di luglio a chiudere il proprio ufficio di via La Volta per diversi giorni, senza aprire al pubblico il fantomatico ufficio di via Garibaldi». Il tutto sarebbe stato oggetto anche di più interventi da parte del Corpo di Polizia Municipale, che pare abbia accertato quanto segnalato dai consiglieri di opposizione, ovvero l’interruzione del pubblico servizio.

Ma la denuncia del capogruppo del Pd non si ferma solo all’ipotesi di interruzione di pubblico servizio o alla mancanza dei requisiti obbligatori da parte della società concessionaria, infatti Freno entra nel merito della gestione del servizio ed evidenzia  come «la  Arca Servizi in quei giorni abbia inviato (fine giugno  primi di luglio ) ai  concittadini avvisi di pagamento relativi alla scadenza per l’anno 2016 della tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche,  non  riportati la data di scadenza (che con delibera di Giunta era stabilita per il 30 aprile)  né il logo, né la denominazione del Comune di Villa San Giovanni e nemmeno l’indirizzo o un recapito telefonico riconducibile ad un ufficio sito nel Comune di Villa San Giovanni. Ma al contrario negli avvisi privi di un qualsivoglia riferimento normativo, veniva indicato il numero telefonico di un Call Center  0966.55776, riferibile al distretto telefonico  di Palmi/Gioia Tauro, al quale spesso e volentieri – ad avviso del consigliere Freno – non rispondeva nessuno, e le rare volte che si riusciva a parlare con un operatore, questi non era in grado di risolvere la problematica esposta dal contribuente». Una situazione fonte di disagi soprattutto per agli anziani impossibilitati ad utilizzare la posta elettronica, cosa che invece si invitava a fare negli avvisi. Avvisi – secondo le segnalazioni di numerosi contribuenti – sprovvisti dei riferimenti normativi all’origine dell’imposizione (decreto legislativo n. 507/1993 e regolamento comunale vigente ), con errori,  informazioni e dati errati e fuorvianti, persino  riferiti a soggetti deceduti, trasferiti e in alcuni casi, esenti da tale tributo.

Stando all’opposizione e non solo, dunque, la società Arca Servizi  ha prodotto notevoli grattacapi ai cittadini/contribuenti. «La situazione esposta si è aggravata in maniera esponenziale negli ultimi mesi – secondo il gruppo del Pd – ed ha evidenziato un livello di totale inefficienza del servizio pubblico,  oltre a creare ed alimentare disagio a carico dei cittadini villesi, ma  soprattutto ha arrecato e sta procurando notevoli danni sul piano delle entrate comunali e dell’immagine del Comune di Villa San Giovanni. Non si è tenuto conto poi neanche  dei soggetti svantaggiati, come gli anziani, diversamente abili e  portatori di handicap, il  cui pagamento per questi ultimi, della tassa di occupazione di spazi ed aree pubbliche per uso “passo carrabile” non è dovuto  in quanto soggetti “esenti” ai sensi dell’art. 49, comma 1, lettera g) del decreto legislativo n. 507 del 15 novembre 1993. E neppure si è tenuto conto di quanti sono esentati dal pagamento per altri motivi, come ad esempio in base all’art. 23 del vigente regolamento comunale “La tassa non è dovuta per i semplici accessi posti a filo con il manto stradale e, in ogni caso, quando manchi un opera visibile che renda concreta l’occupazione e certa la superficie sottratta all’uso pubblico”».

La minoranza ha continuato a incalzare il sindaco Antonio Messina e l’assessore Lorenzo Micari, invitandoli a valutare eventuali sanzioni a carico della società Arca Servizi o, addirittura, a considerare «un valido motivo di procedere senza indugio  alla rescissione del contratto».

Ma ancora oggi, a distanza di due mesi da quel consiglio comunale, non si hanno notizie su eventuali iniziative concrete da parte dell’amministrazione, tanto che nei giorni scorsi il Pd ha ripreso l’argomento  «dell’ufficio fantasma» e un cenno generico al tema è stato fatto anche dal M5S che ha invitato le autorità competenti ad «attivare ogni azione ispettiva e sostitutiva sulle carenze ormai consolidate, a partire dalla disorganicità della spesa politica e gestionale, sulla gestione di tributi e dei servizi».

 

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