CAMPO C. Consiglio comunale, la minoranza non fa sconti: critiche su acquedotto, opere pubbliche, sicurezza

27 Maggio 2016
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di CONSOLATA MAESANO

CAMPO CALABRO – Riunione del civico consesso all’insegna dello scontro quella svoltasi l’altro ieri mattina a Campo Calabro, cui i lavori- oltre ad essere iniziati con un’ora di ritardo rispetto all’orario stabilito- non hanno avuto conclusione. Dei nove punti all’ordine del giorno ne sono stati affrontati solo quattro: il primo, ossia l’approvazione del programma triennale delle opere pubbliche 2016/2018 e del relativo elenco annuale 2016; il quinto, ovvero l’ordine del giorno per esprimere contrarietà alla fusione obbligatoria dei comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti; l’ottavo, circa adesione all’Autorità idrica della Calabria, l’Ente di governo dell’ambito territoriale ottimale per il servizio idrico integrato e infine il nono, la convenzione per la costituzione delle comunità d’ambito e il riordino e le determinazioni del servizio di gestione dei rifiuti urbani.

I restanti cinque punti sono stati rinviati a un imminente consiglio comunale, dalla convocazione non meglio precisata, durante la quale si discuterà dunque dei rimanenti temi: l’approvazione del piano delle alienazione e valorizzazioni immobiliari 2016/2018, prevista dal secondo punto; l’approvazione, al terzo punto, della nota di aggiornamento al documento unico di programmazione (dup)- periodo2016/2018; l’approvazione del bilancio di previsione finanziario 2016/2018 (quarto punto) e infine la nomina dei componenti e del presidente della commissione affari generali, prevista ai punti sei e sette.
Ma procediamo con ordine e cerchiamo di comprendere i meccanismi che hanno ingolfato i lavori della massima assise cittadina.

consiglio campo

Partiamo dal primo punto all’ordine del giorno, l’approvazione del programma triennale delle opere pubbliche 2016/2018 e del relativo elenco annuale 2016.
Il dibattito è stato tranquillo e moderato.
Il sindaco ha elencato la lista delle opere previste: la riqualificazione delle aree urbane quali via del croix, vico neve, Musalà; il completamento del campo da calcio, della chiesa, i lavori al cimitero, e il potenziamento dei forti umbertini.
Soprattutto, l’amministrazione punta tutto sull’acqua e sugli acquedotti: “Vogliamo potenziare l’acquedotto “Aspromonte, quello che storicamente, coi suoi 20 chilometri, riforniva Campo e Villa. L’investimento prevede due milioni: l’acqua porta ricchezza, rappresenta una grande risorsa per l’agricoltura e l’economica. È inoltre previsto un intervento per l‘acquedotto di Bolano. Bisogna fare la rete nuova. Da Santa Lucia dovranno scendere diversi litri d’acqua al secondo, così ci sarà meno consumo”.
Santoro ha chiesto delucidazioni sull’acquedotto: “Quando si parla dell’acquedotto di Bolano intendiamo tutta la struttura o solo le condotte?” ”c’è stato un problema, dovuto al fatto che la precedente condotta è stata sostituita con una più piccola. Intervenendo, non dovrebbero esserci perdite”.
Archiviata la questione dell’acqua, la minoranza ha mosso critiche ad ampio spettro sul programma triennale. Secondo Sandro Repaci “Le opere pubbliche devono essere concrete, vanno riconsegnate al bene pubblico e alla fruibilità. Gli esempi del contrario non mancano: la Villa è incompleta, mancano il serpente e pala eolica. Al fortino Poggio Pignatelli non ci sono indicazioni o segnalazioni, l’altro giorno c’era solo uno straniero, al quale ho chiesto il permesso di entrare. La strada della piratedda è un cantiere. Tutto ciò è molto lontano dalla mia idea di cose terminate.” Altra nota dolente, la questione della sicurezza e il mancato sistema di video sorveglianza: “Si sta confidando nel pon sicurezza per video sorveglianza: è una chimera da 290 mila euro, mentre se ne potrebbero spendere 90 per fare una cosa decente. Mi sembra il modo per rinviare in eterno un problema, quando la sicurezza dev’essere presa di petto.L’approvazione ha avuto cinque voti favorevoli e due contrari, quelli di Santoro e Repaci, in quanto il programma altro non è che “un’elencazione di opere riproposte ciclicamente, per obbligo formale. Risultano ripetitive oltre che scollegate dalle reali e attualizzabili esigenze territoriali”.

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