Gli uomini, prima dei magistrati, la dimensione umana che si interseca con quella professionale: intensa la terza serata della rassegna che ha visto come ospiti il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, e i sostituti della Dda di Reggio Calabria, Antonio De Bernardo e Stefano Musolino. E da lunedì l’appuntamento è a Cannitello di Villa San Giovanni
La forza della giustizia è la società civile. E la giustizia senza forza è impotente, come la forza senza la giustizia è tirannica, per dirla con un pensiero di Blaise Pascal. Tanto più si sente il silenzio e l’assenza di ciascuno di noi, tanto meno la giustizia è forte.
Questo è stato il pensiero condiviso in una piazza San Rocco attenta ed estremamente coinvolta dall’ultima serata dedicata a Scilla da seaTOURING, rassegna patrocinata dalla Provincia di Reggio Calabria e dai Comuni di Scilla e Villa San Giovanni, promossa dall’associazione culturale Farcose e organizzata da Sabbiarossa Edizioni in collaborazione con Progetto 5 e il Network Touring.
Un pensiero, ma anche una certezza importante, a dimostrare che quella forza c’è, esiste, è riconosciuta. Deve semplicimente essere esercitata di più, in modo corale.
Paola Bottero e Alessandro Russo, ideatori e conduttori della rassegna socioculturale che è giunta al terzo giorno – e che lunedì si sposterà sul lungomare di Cannitello di Villa San Giovanni – non avevano lasciato al caso la chiusura degli incontri scillesi con un tema importante e urgente come “la forza della giustizia”, chiedendo a tre rappresentanti eccellenti della magistratura di declinare i loro “oltre” per i tanti cittadini presenti in piazza e per i videoascoltatori che potranno rivivere la serata sul digitale terrestre di videoTouring 655.
«Giustizia e non legalità» come specificato in apertura da Russo «perché se la giustizia non si interseca con valori come libertà e uguaglianza diventa un concetto asfittico».
Gli uomini, prima dei magistrati. La dimensione umana, che si interseca con quella professionale, e non solo perché “Il segreto della giustizia sta in una sempre maggior umanità e in una sempre maggiore vicinanza umana tra avvocati e giudici nella lotta contro il dolore”, come scriveva Piero Calamandrei 80 anni fa.
Il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, e i magistrati della Dda di Reggio Calabria, Antonio De Bernardo e Stefano Musolino, si sono raccontati in modo inedito e molto intenso.
Dopo i saluti del sindaco di Scilla, Pasquale Ciccone, che ha sottolineato «l’inerzia della politica nei confronti della questione giustizia», la serata è entrata nel vivo partendo dalla frase di Luigi Einaudi ricordata da Paola Bottero, «giustizia non esiste laddove non vi è libertà», che ha fatto da prologo al racconto dei tre magistrati sul perché di una scelta, quella di intraprendere la carriera inquirente.
Per De Bernardo decisivo il periodo di frequentazione dell’università, «il periodo delle stragi di Palermo e di Tangentopoli, episodi che adesso si ricordano solo nelle ricorrenze, ma che mi hanno fatto scattare la spinta propulsiva nel voler fare qualcosa contro quei fatti gravi»; per Musolino, «l’idea di poter fare qualcosa per la mia città, con le risorse che avevo, per dare un senso e mettere in ordine le cose che pian piano comprendevo»; per Creazzo, «la magistratura era un sogno sostenuto dalla passione per degli ideali, perché la mia famiglia non era certo di giuristi».
Tre magistrati che «certo non ci tengono a fare gli eroi, ma la nostra terra ha il vizio della delega, della deresponsabilizzazione che talvolta esime dal sostenere il proprio ruolo, in semplicità», come ha sottolineato Russo, che ha proseguito rivolgendosi a Creazzo: «Le mafie possono avere tante forme, ma in Toscana, dove ti trovi ad operare, è così diversa la situazione rispetto al meridione?». Chiaro il percorso per Creazzo: «In Toscana ci sono diverse mafie, ma sto cercando di rilanciare l’attenzione sul pericolo infiltrazioni per evitare quanto successo in Piemonte e in Lombardia, in cui il fenomeno è stato misconosciuto. Le mafie al nord, però, anche se si sono infiltrate economicamente non ottengono il consenso sociale che hanno qui». Un concetto, quello del consenso sociale, ribadito anche da Musolino: «La cultura dell’omertà deriva dall’aver vissuto sulla nostra pelle cosa significa essere vittime dell’aggressione mafiosa. Nella mia generazione, a Reggio, ciascuno di noi si è svegliato per lo scoppio di una bomba nel cuore della notte. Abbiamo vissuto in una città che faceva 300 morti l’anno. Alla gente non piace abbassare la testa, ma sta andando avanti la percezione che per sbarcare il futuro occorra essere legati a qualcuno, avere “agganci” di varia natura. La ‘ndrangheta è entrata nei sistemi di potere che rompono i principi di uguaglianza sostituendoli con quelli della corruzione, in cui pochi si arricchiscono e molti fanno la fame. Noi arrestiamo, reprimiamo, ma perché continuano a comandare sempre le stesse famiglie?».
E poi esiste il lato umano, quello sottolineato da De Bernardo, che ha seguito e sta continuando a seguire molti processi per omicidi (uno fra tutti quello di Gianluca Congiusta): «Mi colpisce il fatto che, rispetto ad altre parti d’Italia, i processi non vengano seguiti dalla popolazione. Non c’è consapevolezza di cosa abbiamo perso e stiamo perdendo, ma la forza per reagire a questa situazione c’è, ai singoli succede. Può succedere anche alla società».
Rialzare la testa è l’unica direzione possibile. La sintesi è di Creazzo: «La forza della giustizia è la società. Ma come spiegare come poter essere più forti? Utilizzo un esempio fatto di recente in una quinta elementare, tutti appassionati di calcio: se il difensore prende la palla con le mani dentro l’area è rigore, lo dice l’arbitro. Ma se qualcuno dà un pugno all’arbitro? La forza della giustizia si basa sulla volontà dei cittadini ad accettare e seguire le regole perché convinti che così si vive meglio tutti».
Andare oltre, cucire un percorso condiviso è il primo obiettivo di seaTOURING: saranno proprio le ragioni per rialzare la testa ad aprire la seconda parte della rassegna, che partirà alle 21:30 in piazza Chiesa, sul lungomare di Cannitello, lunedì 10 agosto: Calabria: exit o restart? Le ragioni per rialzare la testa. Questi gli ospiti di Paola Bottero e Alessandro Russo: Antonio Viscomi (vicepresidente, ass. Bilancio Regione Calabria), Francesca Moraci (docente universitaria, componente CdA Anas), Giuseppe Raffa (presidente della Provincia di Reggio Calabria), Nicola Irto (Presidente del Consiglio Regione Calabria), Giuseppe Falcomatà (sindaco di Reggio Calabria), Antonio Messina (sindaco di Villa San Giovanni).
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