Constatiamo e portiamo a conoscenza dell’opinione pubblica, che l’incontro previsto tra la Comunità Exodus e il Sindaco di Santo Stefano è andato a vuoto. Il Sindaco, dr. Francesco Malara, giovedi 23 luglio, non si è presentato . Nonostante che, per patrocinare l’incontro e l’idea di dialogo, si era mossa l’Assessore al Welfare della Regione Calabria, la Dottoressa Federica Roccisano, che ringraziamo ancora pubblicamente per l’impegno profuso.
Questa mancata presenza, non comunicata e non motivata, è, a nostro avviso, un ulteriore segno che l’intenzione è peggio dell’azione, e l’intenzione è quella di mandare via la comunità Exodus di Santo Stefano dalla casa che la ospita da 23 anni, senza se e senza ma. Ci chiediamo ancora il perché di un tale gesto e il perché di una tale chiusura? Avremo modo di rispondere a questa domanda nel corso dei mesi che verranno.
Intanto per dovere di cronaca e di informazione abbiamo dato mandato ad un avvocato di difendere la posizione della Comunità Exodus davanti alle illazioni contenute nella lettera di sfratto, illazioni pretestuose che stanno alla base della strategia di messa alla porta della Comunità Exodus. Il dettato giurisprudenziale sarà altra cosa rispetto alle chiacchiere che si sprecano contro la Comunità Exodus nelle strade di Santo Stefano in questi giorni, qualcuno ci dice anche esibendo parti di carte e documenti che dovrebbero essere ben conservati negli archivi comunali. Ripeto, anche in questo caso appare quanto mai sospetto questo accanimento. E sono convinto che i cittadini di S. Stefano sapranno cogliere la malafede degli untori, così come hanno saputo accogliere 23 anni fa la Comunità accompagnandola in questi anni nel duro e faticoso lavoro di recupero delle persone che in essa hanno chiesto e attenuto accoglienza. Ci premeva comunque adire alle vie legali, per dare una risposta di forma e di sostanza a quanto reputiamo un azione indegna e mortificante.
Dal punto di vista delle scadenze dettate nella lettera di sfratto, non ce ne staremo con le mani in mano. Faremo certamente una campagna sociale e comunicativa volta a difendere l’esperienza Exodus in Aspromonte. Non è una questione di capriccio, quanto una questione di bisogno. Ed il bisogno è tutto nella tutela che dobbiamo agli ospiti della Comunità. La Comunità è un servizio, sottolineiamo, riconosciuto dalla Sanità Regionale, che pone obblighi di tutela degli ospiti, che non possono essere trattati come oggetti da mandare via dalla casa che li ospita. Da settembre ci prodigheremo per realizzare una serie di iniziative che diano eco a quanto successo e fino ad una risoluzione positiva del problema.
IL RESPONSABILE EXODUS DI SANTO STEFANO IN ASPROMONTE
Pasquale Ambrosino
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