BAGNARA. Condizionamenti della 'ndrangheta, sciolto il Consiglio comunale

11 Aprile 2015
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Panoramica di Bagnara Calabra

BAGNARA CALABRA – Sciolto per mafia il Comune di Bagnara Calabra. Il verdetto è arrivato ieri sera, al termine della riunione del Consiglio dei Ministri. Su proposta del responsabile del Dicastero dell’Interno, Angelino Alfano, l’assise presieduta dal premier Mattero Renzi ha deliberato la fine della legislatura eletta nel 2011. Secondo quanto si apprende in una nota diffusa a margine della decisione, a Palazzo “San Nicola” «sono state accertate forme di condizionamento delle istituzioni locali da parte della criminalità organizzata».
ll prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, aveva disposto l’accesso antimafia nel Comune di Bagnara Calabra lo scorso 13 giugno, al fine di accertare condizionamenti della ‘ndrangheta nella gestione dell’ente. L’accesso era stato deciso dal prefetto su delega del Ministro dell’Interno.
La richiesta di delega per l’accesso antimafia era stata rivolta al Ministro dal prefetto Sammartino sulla base di alcune informative di polizia secondo le quali la criminalità organizzata si sarebbe infiltrata nell’attività del Comune di Bagnara per influenzarne a proprio favore l’attività. Subito dopo si insediava nella casa municipale la Commissione d’accesso nominata dal prefetto Sammartino e presieduta dal viceprefetto vicario di Reggio Calabria, Cosima Di Stani.
Il lavoro degli “007” della prefettura veniva poi prorogato alla scadenza dei primi tre mesi, per concludersi sul finire del 2014. Sei mesi di indagini nel corso dei quali l’attività amministrativa dell’esecutivo capitanato da Zappia veniva passata al setaccio, mentre lo stesso sindaco si dichiarava tranquillo e sereno ribadendo di aver sempre operato all’insegna della trasparenza e della legalità.
Il verdetto di ieri, dunque, ha messo la parola fine all’amministrazione guidata dal sindaco Cesare Zappia, eletto nel 2011 con una lista civica di centrodestra dopo aver esercitato la carica di vicesindaco nella giunta retta dal suo predecessore, Santi Zappalà, poi arrestato per i suoi presunti rapporti con la ‘ndrangheta in occasione delle elezioni regionali del 2010. Il nome di Zappia, invece, era uscito fuori nell’ambito dell’operazione anti ‘ndrangheta Xenopolis, dove comunque non risultava indagato.
Per Bagnara Calabra finisce un’attesa che ha tenuto tutti col fiato sospeso. E purtroppo finisce nel modo più spiacevole, con una decisione di cui nessuno potrà dirsi contento ma che purtroppo è la triste realtà emersa dai controlli effettuati nelle stanze comunali.

Francesca Meduri (Il Quotidiano 11 aprile 2015)

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