Ponte Stretto, Comune e MetroCity rilanciano: presentato ricorso per motivi aggiunti per bloccare l’opera

20 Maggio 2025
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VILLA SAN GIOVANNI – Mentre il Governo Meloni accelera sull’iter per l’avvio dei cantieri del Ponte sullo Stretto, l’Amministrazione Caminiti non arretra di un passo e rilancia la propria battaglia contro l’opera o, meglio, contro un progetto ritenuto vecchio e carente sotto diversi aspetti.  

«È stato notificato venerdì scorso il ricorso per motivi aggiunti nell’interesse del Comune di Villa San Giovanni e della Città Metropolitana di Reggio Calabria per l’annullamento della delibera della presidenza del Consiglio dei Ministri del 9 aprile scorso con allegata la relazione Iropi», hanno fatto sapere ieri sera sindaco e squadra.

«Ad essere eccepiti – spiegano Caminiti&Co – sono motivi di violazione di legge, eccesso e sviamento di potere. Si tratta di un ricorso per motivi aggiunti presentato alla seconda sezione ter del Tar Lazio innanzi al quale pende il ricorso principale che ha ad oggetto la richiesta di annullamento del parere reso dalla commissione Via Vas. Una decisione giuridica che si fonda su quanto da sempre è stato sostenuto (anche nella scelta politica) da quest’amministrazione comunale: dopo che per cinquant’anni ci è stato raccontato che il ponte unisce dal punto di vista trasportistico l’Europa alla Sicilia, adesso si assiste ad un cambio di prospettiva e l’interesse pubblico del ponte viene legato a imperativi motivi di salute dell’uomo e di sicurezza pubblica che giustificano la deroga alle direttive comunitarie».

«Sin dall’approvazione del parere della commissione Via Vas – ricorda l’Amministrazione comunale villese – avevamo chiesto a gran voce che, davanti a ad una valutazione di impatto appropriata negativa, si seguisse l’iter di legge per la remissione degli atti alla commissione europea e la successiva autorizzazione a tutela degli habitat protetti dalla direttiva Natura 2000 (zone a protezione speciali e zone di conservazione speciale). Scegliere come interesse prioritario pubblico quello legato alla salute dell’uomo e alla sicurezza nazionale permetterebbe al governo di bypassare la richiesta di autorizzazione alla commissione europea e, quindi, di violare – uno tra tutti – il principio di precauzione».

Non solo: «La commissione Via Vas – proseguono sindaco e maggioranza – dà il via al progetto sulla base della mancanza di soluzioni alternative. Ma il procedimento di valutazione delle soluzioni alternative è declinato in maniera stringente e rigorosa dalla direttiva comunitaria e dalle linee guida nazionali per la valutazione di incidenza e quelle norme non sono state rispettate. Ed infatti, nella valutazione fatta dalla commissione Via Vas e presa a presupposto nella delibera della presidenza del Consiglio dei Ministri, non c’è alcuna analisi specifica della cosiddetta alternativa zero. E le alternative possibili non sono state neppure menzionate come tali, perché ciò avrebbe comportato un aggravio di tempo al procedimento ma anche maggiori tutele per le comunità locali, per il paesaggio e l’ambiente dello Stretto. È compito della politica e delle istituzioni assicurare che tutte le possibili soluzioni alternative al progetto siano esaminate allo stesso livello di dettaglio del progetto medesimo, con riferimento anche soprattutto alle specie e agli habitat per i quali il sito è stato designato e con riguardo agli obiettivi di conservazione degli esiti stessi. Eppure nel 2021 agli atti del ministero delle infrastrutture dei trasporti è depositata una relazione in cui vengono prospettate alcune soluzioni alternative che tra l’altro hanno come obiettivo quello di ridurre in modo significativo l’impatto del ponte sulla rete natura 2000, l’incidenza sulla conservazione, l’impatto visivo ed ambientale, ma anche e soprattutto un livello maggiore di conoscenza scientifica sulla fattibilità dell’opera. Quella relazione indica espressamente come “la soluzione aerea a più campate sia potenzialmente più conveniente di quella a campata unica“ ritenendo che il ponte a più campate avrebbe potuto avere una maggiore estensione e una lunghezza similare a quella di altri ponti già realizzati e quindi frutto di esperienze consolidate empiriche anche dal punto di vista di tempi e costi di realizzazione».

«L’esame sin qui svolto non tiene conto neppure degli atti ufficiali di cui il ministero dei trasporti e delle infrastrutture non può che essere a conoscenza ma che, evidentemente, non sono stati trasmessi alla commissione Via Vas perché potesse assumere una decisione in piena conoscenza di tutti gli studi e le proposte fin qui condotti».

«Sembrerebbero mere disquisizioni giuridiche ma così non sono se il fine è quello di dimostrare che è questa procedura viola le garanzie che la legge pone a tutela principalmente delle comunità locali.
La mancanza della valutazione dell’alternativa zero così come la mancata prospettazione e valutazione delle altre soluzioni alternative (a priori scartate) compromette la decisione resa. Gli atti del progetto devono essere rimessi alla commissione europea, l’unica titolata ad autorizzare mitigazione e compensazioni dal momento che la commissione Via Vas non ha escluso effetti negativi sui siti natura 2000».

«Continuiamo a sostenere con forza che l’approccio corretto al progetto ponte – ribadisce infine la compagine di governo villese – deve essere quello tecnico-scientifico, per cui sia fugato ogni dubbio sulla fattibilità dell’opera, sulla sua sostenibilità economica, sulla tutela dell’ambiente e del paesaggio quale valore costituzionalmente garantito. Continuiamo a ritenere che sia tempo di fermarsi per approfondire tutti quei rilievi e quegli studi che sono emersi in questi ultimi venti anni e che non sono stati ripresi ed adeguatamente valutati in ragione di un imperativo rilevante interesse pubblico che oggi si tenta di associare a salute pubblica e sicurezza nazionale. La città di Villa San Giovanni farà fino in fondo la sua parte per avere certezze del progetto, del cambiamento del territorio, per avere la certezza che non si dia il via all’ennesima incompiuta che per i villesi vorrà dire devastazione e incerta possibilità di sopravvivenza della città stessa».

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