VILLA SAN GIOVANNI – Si susseguono le segnalazioni su problemi alla rete idrica comunale. Mai così tante perdite e guasti come da un anno a questa parte, sia in ambito pubblico che privato. E nel mirino finiscono i nuovi metodi adottati dall’amministrazione comunale, in particolare il nuovo sistema tecnologico per le aperture e chiusure dei serbatoi, senza tralasciare le frequenti chiusure notturne e tutto il resto. Diversi cittadini sono ripetutamente costretti a riparare, e nei casi più gravi a cambiare, tubature rotte, danneggiate. Condutture che, secondo quanto molti di loro sostengono, “esplodono” a causa della forte pressione dell’acqua nel momento in cui scatta la manovra automatica di apertura, che non controllerebbe e regolerebbe il getto d’acqua come quella manuale. In realtà, non lo sostengono solo loro ma anche qualcuno che in materia di idraulica ne capisce parecchio. Ma il vero problema, al di là del grave disservizio idrico che segue a ogni “rottura”, è quello che si crea alle tasche dei contribuenti, sui quali adesso ricadono i costi dei guasti ai tubi privati. E qui sorge il dilemma: «Perché il cittadino – chiede qualche malcapitato – deve pagare di tasca propria per la riparazione di un tubo che si è rotto a causa del Comune?». Possibile che un tubo sostituito di sana pianta il mese prima si rompa nemmeno 2-3 settimane dopo e poi continui a dare grattacapi? Il cittadino, giustamente, rispetta il regolamento comunale acquistandone uno nuovo per poi piazzarlo al posto di quello fuori uso, sborsando soldi per il tubo e in qualche caso per farsi aiutare nei lavori. Ma fino a quando si può andare avanti così? Perché e cosa ha danneggiato il tubo? A che cosa è servito rescindere il contratto con Telereading se a risparmiare è solo e unicamente il Comune e a pagare è sempre e solo il cittadino? Prima, quanto meno, anche le riparazioni private – si parla in questo caso perlopiù di condotte che insistono comunque su strada pubblica – erano a carico dell’Ente locale o della società che gestiva il servizio. Idem la sostituzione dei contatori, che ora costa un botto e comporta un iter burocratico da strapparsi i capelli. Non si pretende per carità di non pagare visto che il regolamento va rispettato, ma certamente si esige maggiore attenzione laddove il cittadino si sente vittima dei metodi «all’avanguardia» introdotti da un anno. Perché è chiaro che qualora il danno fosse prodotto dal Comune saremmo di fronte all’ennesimo caso di ingiustizia sociale, nonché di cattiva gestione della cosa pubblica. Insomma, non sarà il caso che dal Comune comincino a farsi qualche domanda anziché continuare a sbandiarare metodi che, fin qui, stando ai disagi lamentati dai cittadini, avrebbero solo aggravato le criticità già preesistenti?
(Francesca Meduri)
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