Fine di un incubo per l’ex senatore di Forza Italia Marco Siclari. La Corte d’Appello di Reggio Calabria lo ha infatti assolto con formula piena (perché il fatto non sussiste) dall’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, che gli era stata contestata nell’inchiesta “Eyphemos” contro le cosche di Sant’Eufemia d’Aspromonte.
Dopo la condanna in primo grado a cinque anni e 4 mesi di reclusione, Siclari ha continuato a ribadire la sua innocenza senza perdersi d’animo, confidando nella giustizia e nella verità. La luce in fondo al tunnel l’ha intravista però solo lo scorso aprile, con la richiesta d’assoluzione da parte della Procura generale di Reggio Calabria. Richiesta accolta in pieno dai giudici di secondo grado, che hanno tolto ogni ombra sul comportamento tenuto da Marco Siclari in occasione delle elezioni politiche del 2018, all’indomani delle quali venne eletto parlamentare.
Durante quella campagna elettorale, dunque, il medico e politico di Villa San Giovanni trapiantato a Roma non strinse nessun accordo con esponenti delle cosche di Sant’Eufemia. Non sussiste il fatto, che era stato ipotizzato dalla Dda reggina, secondo cui Marco Siclari «accettava a mezzo di un intermediario, la promessa di procurare voti da parte di Domenico Laurendi, appartenente al locale di ‘ndrangheta di Santa Eufemia della famiglia mafiosa Alvaro». (f.m.)
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