SCILLA – Un brutto fatto di violenza quello denunciato nel gruppo Facebook “Scilla… l’altra faccia della medaglia” dall’amministratrice Carolina Cardona, che da fonte certa riferisce: «Giovedì 24 agosto 2023, personale dei vigili urbani di Scilla soccorreva e accompagnava presso i locali della guardia medica, intorno alle ore 20,00, un uomo pestato di botte».
La vittima è una persona parecchio conosciuta a Scilla e non solo, poiché gira spesso tra i vari locali della provincia per guadagnarsi qualche soldo con la vendita di rose. E lo fa senza alcuna insistenza e con educazione, come sottolinea Cardona: «Si tratta di un cittadino di nazionalità straniera, presumibilmente sud asiatica, molto noto a Scilla e a Reggio per la sua mitezza, gentilezza e cordialità nel vendere rose ai tavoli dei locali scillesi e del reggino, senza essere mai invadente ed accettando con un timido sorriso anche i no più perentori».
Un uomo piccolo di statura, fragile fisicamente, brutalmente pestato di botte con violenza immane, «tanto che – prosegue il racconto di Carolina Cardona – a stento riusciva a scendere dall’auto dei vigili anche se sorretto da questi ultimi, per raggiungere l’ambulatorio della guardia medica».
L’amministratrice del noto gruppo social scillese, cittadina attiva su più fronti, si lascia dunque andare a una riflessione: «Qualunque cosa quest’uomo, possa aver fatto o detto, tanto da far infuriare qualcuno, per ridurlo in quelle condizioni, non potrà mai giustificare la violenza inaudita con cui è stato colpito. Scilla, il mito, la bellezza, i tramonti, le mareggiate, ma anche l’ancestrale primitività di chi colpisce un debole o si fa giustizia da solo. Nessun giornale ne ha parlato, questa non è cattiva pubblicità per il paese, ma è solo informazione, un fatto di cronaca che deve far riflettere le coscienze e soprattutto, imporci di imparare ad isolare quanti si macchiano di questi efferati crimini».
E infine un messaggio per il povero malcapitato: «Auguriamo a quest’uomo, giunto nelle nostre terre perché sicuramente costretto a lasciare la sua, per migliorare le sue condizioni di vita, di riprendersi al più presto», conclude Cardona. (fra.me.)
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