Durante i vari interventi succedutisi al “Nuvola Rossa”, nei giorni scorsi, è stato, su tutti, il professore Alberto Ziparo a spiegare le ragioni del no al Ponte sullo Stretto. Da coordinatore del Comitato tecnico-scientifico che ha studiato gli impatti del Ponte sullo Stretto, Ziparo ha rilanciato quanto già espresso in passato: «Il ponte fu bocciato non dai critici ma dai suoi stessi progettisti dopo aver cercato per lustri di trovare una soluzione per la fattibilità, non parliamo della diseconomicità, o degli impatti ambientali e territoriali che sarebbero evidenti, ma di costruibilità. Non ci sono materiali ancora che danno prestazioni tecnologiche che servono nello Stretto, servirebbero degli acciai che si prevede possano entrare in commercio tra qualche decennio, o addirittura tra un secolo, molto più leggeri e allo stesso tempo più resistenti. Io non sono ‘no Ponte’, sono un urbanista per le infrastrutture utili e fattibili, ecco perché dico che è inaccettabile continuare a ingannare siciliani e calabresi dopo 50 anni. ‘Facciamo il ponte’ sono tre parole, dire ‘risaniamo i territori di Calabria in Sicilia, facciamo le infrastrutture e i servizi che servono, un’economia sostenibile basata sul paesaggio dello Stretto’ è più difficile. Allo stato attuale l’unica speranza per avere un progetto esecutivo del Ponte non è rappresentata da svedesi o cinesi, ma da un miracolo dello Spirito Santo!». (V.e.D.)
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