VILLA SAN GIOVANNI – «Il Ponte sullo Stretto visto da Villa San Giovanni esiste già. È una ferita aperta nel nostro territorio, la variante di Cannitello. Un ecomostro che ha comportato l’ennesimo sperpero di denaro pubblico e che è rimasto vuoto, inutilizzato, morto». Lo ha dichiarato l’assessore all’Ambiente Ruggero Marra durante l’ultimo consiglio comunale, aprendo di fatto molti dubbi sulla effettiva compattezza della maggioranza sull’argomento.
Le sue parole, infatti, sono in netta contraddizione con il recente comunicato – a firma del sindaco, della giunta (quindi anche di Marra) e del gruppo consiliare “Città in movimento” – in cui la coalizione di governo aveva assicurato di non avere una posizione ideologica relativa al Ponte sullo Stretto, rivendicando la propria presenza al tavolo di lavoro del progetto per un «confronto sull’efficacia della scelta per poi rivendicarne l’efficienza».
Attivista “no ponte” della prima ora, Ruggero Marra ha messo da parte i toni istituzionali del precedente scritto dell’amministrazione per rilanciare a gran voce i motivi del “no” al Ponte. «La società “Stretto di Messina” – ha ricordato l’assessore all’Ambiente – ci è costata tanto, con consulenze pagate a peso d’oro. Ma cosa ha prodotto per il territorio? Solo fumo e niente arrosto. Con quei soldi avremmo risolto o iniziato a risolvere tanti dei problemi atavici di questo territorio. La gente, i cittadini di Villa, non vogliono essere presi in giro. Oggi pretendiamo risposte su temi concreti. La città farà sentire la propria voce. È una città amareggiata, delusa da anni di promesse vuote».
Marra ha poi rincarato la dose: «Chi parla di Ponte forse non conosce il nostro territorio, o non intende concentrarsi sulle vere priorità: la continuità territoriale o il porto a sud, ad esempio, per liberare Villa dal traffico diretto in Sicilia. Noi non barattiamo un centimetro dell’autodeterminazione del nostro territorio con le speculazioni e le promesse di fumo, per un’opera che, stante i progetti provvisori, prevede che un’intera parte di città venga rasata al suolo».
La preoccupazione dell’attivista è che Villa possa nuovamente fermarsi a fronte di un progetto a suo dire carente sotto vari aspetti, mente i villesi e i reggini da anni attendono altro: «Non possiamo inoltre – ha avvisato l’assessore all’ambiente – paralizzare l’attività politica di una città che si è ritrovata senza futuro. Noi abbiamo già pagato. Il patrimonio naturalistico è stato svalorizzato. Usciamo – l’invito di Marra – allora dalla posizione ideologica che è rappresentata dal Sì al Ponte, ideologica perché non ci sono basi tecniche, quelle che invece chiediamo noi. I cittadini – ha infine ribadito – credono che ci siano altre priorità, dallo sviluppo dei collegamenti delle aree interne, i lavori alla statale 106, il dissesto idrogeologico, l’inquinamento e la liberazione della città dai tir».
Francesca Meduri
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