VILLA SAN GIOVANNI. Siclari rassicura i cittadini: «Tutto tranquillo e legittimo, Richichi già al lavoro». E a Idv e M5S: «Politica di basso livello»

15 Giugno 2017
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di FRANCESCA MEDURI

VILLA SAN GIOVANNI – Rispedisce ai mittenti le accuse lanciategli addosso Giovanni Siclari, eletto sindaco domenica scorsa e poi sospeso per effetto della condanna in primo grado nel processo “Banda Falò” e della conseguente applicazione della legge “Severino”. Affiancato dalla sua squadra, nella sala convegni del centro Baden Powell, il primo cittadino scelto dai villesi punta il dito contro il «circo politico» scatenatosi nel momento in cui il Prefetto Michele di Bari ha comunicato il provvedimento di “fermo” a suo carico. Provvedimento atteso,  e di cui i sostenitori della lista “LeAli per Villa” erano stati messi al corrente durante la campagna elettorale. Proprio per questo Siclari, seppur consapevole che l’ufficialità della sospensione avrebbe fatto rumore, mai si sarebbe aspettato un clamore mediatico di tale portata. Ritiene di avere agito con correttezza, trasparenza e nel rispetto delle regole, e rassicura i villesi che la scure della legge “Severino” non influirà negativamente sull’andamento dell’azione amministrativa. Siclari si ritiene vittima di «speculazioni e strumentalizzazioni politiche», ma attorno a sé ha anche sentito tanta vicinanza: «Ringrazio chi mi ha espresso solidarietà, ieri come oggi. Ringrazio il commissario Iorio per ciò che ha fatto in questi mesi per la nostra città, andando oltre l’ordinario e facendo fare ulteriori passi in avanti ai progetti in itinere». Tocca, quindi, il tasto della delibera di giunta a favore dell’associazione benefica e solidale Banda Falò, di quel lido tanto amato e difeso dall’opinione pubblica, dai cittadini, dalla politica stessa. Siclari ricorda quell’atto, approvato con i suoi ex colleghi dell’esecutivo La Valle, e ribadisce: «Abbiamo dato solo un indirizzo politico finalizzato a prorogare la concessione demaniale, come aveva fatto la precedente giunta e il commissario prefettizio». Solo per lui e gli altri componenti della giunta La Valle, però, è scattata un’indagine che ha portato a un rinvio a giudizio e a un primo verdetto di condanna per abuso d’ufficio. Il resto è storia più o meno recente: dalla sospensione di quasi tutti gli assessori della giunta Messina (sindaco compreso) al passaggio di consegne al sindaco facente funzione Rocco Cassone, fino alla crisi politica che ha aperto un giro di dimissioni culminato nello scioglimento del consiglio comunale e nell’insediamento del commissario prefettizio.  Passano giorni, mesi e a Villa San Giovanni si profila l’appuntamento con le urne. Ben prima di avere la certezza che si andrà al voto, la politica locale (e non solo) apre i giochi per le candidature. Siclari è all’opera, un po’ come tutti. Spera nell’investitura del suo partito (Alternativa Popolare) e la ottiene. Nonostante la “Severino”, il gruppo storico del centrodestra – ad eccezione dell’ex sindaco La Valle e dei suoi – gli accorda la fiducia; ma è soprattutto la gente che lo spinge al grande passo. Siclari ribadisce che è andata così e giura di non aver ingannato i villesi: «La mia candidatura – dichiara – non è stata una forzatura, ma è arrivata in modo del tutto naturale, perché me lo hanno chiesto anzitutto i cittadini. Nonostante le perplessità ci siamo candidati per continuare il nostro percorso, abbiamo avuto un sussulto d’orgoglio. Forte del sostegno di consiglieri uscenti e di nuovi ingressi nel mio gruppo – aggiunge – ho accettato e l’ho fatto nel rispetto della legge. Non vedo nulla di paradossale in tutto ciò! In campagna elettorale  abbiamo spiegato tutto, senza ingannare nessuno. E il risultato, chiara espressione di democrazia, ci ha dato ragione». Siclari appare altrettanto determinato nel sottolineare l’assoluta regolarità dell’atto di nomina del vicesindaco, con cui ha affidato le redini del Comune a Maria Grazia Richichi. Per quanto, ancora non si sa di preciso. Ma Siclari è fiducioso, molto fiducioso. E rafforza la sua tesi con carte alla mano, leggendo dei pareri legali firmati da fior di professionisti e portando quale esempio principale il caso, conclusosi positivamente per il diretto interessato, del governatore della Campania Vincenzo De Luca, anch’egli colpito dalla legge Severino dopo l’elezione. I tempi dettati da Siclari non prendono minimamente in considerazione i 18 mesi ipotizzati da qualche parte: «Resterò sospeso per 7-8 mesi, salvo non essere assolto prima in appello. E comunque a febbraio interverrà la prescrizione del reato. Non c’è nessun terremoto politico, è tutto tranquillo e la mia squadra è già al lavoro. Io continuerò a fare politica sul territorio, e ai cittadini dico di stare sereni perché i passaggi successivi alla nostra elezione sono stati compiuti legittimamente e consentiranno all’amministrazione di andare avanti. La Prefettura ha accolto come giusta la mia proclamazione, subito dopo ho nominato il vicesindaco e poi sono stato sospeso. Ringrazio la Prefettura per il lavoro svolto e mi dispiaccio per chi, non ancora rassegnato per aver perso le elezioni, sta cercando di screditarci con opere di sciacallaggio. E una cosa ancora più indegna è ciò che stanno facendo nei confronti della Prefettura. Senatori mai visti a Villa che si ricordano di noi solo quando chiamati dai rappresentanti locali che erano rappresentati nelle liste nostre avversarie. Perché – si domanda ironicamente Siclari – i parlamentari di Idv non hanno fatto alcuna levata di scudi per la vicenda di Vincenzo De Luca? Forse perché anche loro hanno sostenuto la maggioranza che gli ha permesso di vincere? Tutto ciò che hanno detto per me non valeva per De Luca?». Siclari ne ha pure per la deputata campese Federica Dieni: «Parla di democrazia, ma lei è stata eletta con pochissimi voti e io con 2400. A Campo Calabro non ha fatto una lista per le comunali, perché non la segue nessuno». Insomma, per Siclari è giunta l’ora di dire basta «con questa politica di basso livello». Sono altri i modelli che lui prende come esempio, su tutti il senatore Nico D’Ascola e la deputata Rosanna Scopelliti, che ringrazia per il sostegno che gli hanno sempre manifestato. «Nessuno si sarebbe sognato di candidarsi mettendo a rischio la governabilità dell’ente. Abbiamo fatto solo quello che ci era consentito», ribadisce Siclari prima di passare la parola a colei che, si dice convinto, lo saprà sostituire degnamente. E Maria Grazia Richichi, prima donna a rivestire la carica di sindaco  a Villa San Giovanni, si conferma persona ottimista e piena di voglia di fare: «Sono una donna del territorio, abituata a stare al servizio della gente – afferma il sindaco facente funzioni, medico di professione con la passione per il sociale – Sto già lavorando per formare la giunta, non ho paura, sono contentissima. Per prima cosa, provvederemo all’elezione dei rappresentanti di quartiere. Mi auguro che da qui a qualche giorno – conclude  Richichi- tutti questi allarmismi scemino. Villa ha bisogno di serenità e noi ci rimboccheremo le maniche per questo».

 

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