CAMPO CALABRO – I cittadini di Campo Calabro nell’ormai imminente 2017 saranno chiamati alle urne per le elezioni amministrative. Lo scenario è ancora poco definito: l’attuale sindaco Domenico Idone, avendo terminato il secondo mandato consecutivo, non può essere immediatamente rieleggibile per legge; mentre il movimento Passione Civile (rappresentato in minoranza dai consiglieri Sandro Repaci e Francesco Santoro) ha ufficialmente dichiarato che non presenterà alcuna lista. In ogni caso si tratta di un appuntamento importante, destinato a condizionare il futuro prossimo del comune balcone sullo stretto.
La prossima chiamata alle urne ha offerto uno spunto di riflessione per l’incontro-dibattito “Andare in…comune” organizzato dal movimento Passione Civile e svoltosi domenica sera presso l’auditorium del centro polifunzionale.
“Passione civile ha pensato a questo incontro come ad un’opportunità per costruire un percorso di democrazia, basato sul dialogo e sulla discussione”- ha dichiarato il presidente dell’associazione Alberto Idone- “in passato i classici partiti rappresentavano in democrazia un anello di collegamento tra i cittadini e gli amministratori. Adesso essi sono tramontati e si rendono dunque indispensabili luoghi d’incontro che filtrino le esigenze della popolazione per poi rapportarle all’amministrazione: senza questo meccanismo fondamentale la democrazia si impoverisce. Le liste elettorali non devono e non possono avere tale compito: senza una funzione intermedia svolta da movimenti e associazioni va tutto alla deriva. Lo scopo di questo incontro è appunto quello di promuovere la discussioni pubbliche, la democrazia partecipata. Ci auguriamo che incontri di questo tipo diventino prassi”.
Al termine dell’intervento preliminare la parola è dunque passata ai cittadini, che hanno offerto alla tavola rotonda una pluralità di spunti: dalla piaga della disoccupazione che spinge ogni anni migliaia di giovani a cercare lavoro al nord Italia o all’estero alle funzioni degli amministratori politici, dalle quote rose alla disaffezione ideologica, dalla necessità di un dibattito politico leale e rispettoso verso gli altri alle nuove sfide burocratiche e amministrative.
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