SCILLA. Vicenda castello, Mollica: «Imprenditori danneggiati perché non portano la "targa Ciccone". Il sindaco si dimetta!»

2 Luglio 2016
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SCILLA – Dopo la sentenza con cui il Tar ha accolto il ricorso della rete di imprese “Welcome to Scilla”, il capogruppo di “Uniti per cambiare” Domenico Mollica non ha dubbi: il sindaco Pasqualino Ciccone deve dimettersi e, in tale direzione, dai banchi della maggioranza serve una seria valutazione delle ultime vicende e non solo. Lui che aveva suggerito a Ciccone di «non infilarsi in un vicolo cieco» e «di essere comprensivo» con i giovani imprenditori scillesi vincitori di due bandi Por Fser 2007/2013 per progetti turistico-culturali nel castello Ruffo, oggi risponde con la stessa moneta mettendo quasi davanti a un bivio il sindaco e la sua coalizione. Non  sottraendosi a un commento sulla decisione del Tar, Mollica lancia ammonimenti e apre interrogativi. Se da un lato il finanziamento è ormai perso perché il primo cittadino ha alzato «le barricate» per difendere il castello, dall’altro il verdetto della giustizia amministrativa appare pesante come un macigno per un ente ancora in dissesto finanziario con debiti per 5 milioni. E Mollica lo lascia intendere senza troppi giri di parole, mostrando «amarezza nei confronti del Comune» e «soddisfazione perché il Tar ha fatto giustizia. «Il Tar –sostiene – non ha sposato la tesi del sindaco perché non supportata da ragioni serie ma solo di puntiglio e di presunzione. La sentenza ha dimostrato la poca sensibilità e maturità di un sindaco che si doveva porre al di sopra delle parti, e  non pensare “non è con me, è contro di me” creando così un danno all’associazione di imprese scillesi che avevano ottenuto due finanziamenti importanti, con il 25% a loro carico. Poteva essere un’occasione occupazionale per i giovani di Scilla, nonché un volano per la promozione turistica del paese, se il sindaco non avesse fatto barricate senza senso». E quindi Mollica chiede: «Alla luce del verdetto del Tar, chi paga le spese legali del Comune? Chi paga eventuali indennizzi o risarcimenti? Mi auguro che Ciccone sia consequenziale e si faccia carico personalmente di tutte le spese». Mollica, inoltre, tiene a ribadire che gli imprenditori di “Welcome to Scilla” non avevano nessuna intenzione di impossessarsi del castello intromettendosi nei servizi svolti dal Comune e in particolare dagli lsu-lpu, ma il sindaco non ha voluto nemmeno ascoltarli e ha continuato a contestare a gran voce i progetti sostenuti dalla precedente amministrazione Caratozzolo: «Doveva prevalere il buonsenso, sedersi attorno a un tavolo con i vincitori dei bandi Por e cercare di far camminare sia il discorso dei dipendenti lsu sia quello che doveva fare Welcome to Scilla la cui attività avrebbe avuto ricadute economiche  e promozionali per  Scilla e il suo territorio. Ironia della sorte questo non è successo perché – rincara la dose Mollica – quegli imprenditori non portano la “targa Ciccone” ma hanno dato esempio di libertà di pensiero e capacità di progettazione investendo anche del denaro proprio. L’associazione, per correttezza, ha candidato un suo rappresentante nella lista a sostegno di Francesco Santacroce. Ma quando un sindaco vince le elezioni diventa il sindaco di tutti. Oggi, alla luce di quanto detto recentemente in piazza San Rocco e della successiva sentenza del Tar, Ciccone deve essere consequenziale e dare le dimissioni. Ma non credo che lo farà, le sue erano solo parole». Mollica non demorde e, ricordando che le due liste di opposizione sono in realtà maggioranza (per la somma dei voti, ndr), lancia un appello agli assessori e ai consiglieri di Ciccone: «Affinché riflettano su questo e altri casi. L’arroganza e la prepotenza non pagano. Siamo 4 dell’opposizione, bastano 3 consiglieri di maggioranza… come la storia ci insegna. Io sono aperto a qualsiasi dialogo per il bene di Scilla».

Francesca Meduri

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