REGGIO. Dai marò ai migranti, il Comitato del Fare boccia il Governo Renzi: «Politica estera fallimentare»

24 Aprile 2016
590 Views
Stampa

di GIUSEPPE BRIGANTI

Venerdì, nella sala F. Monteleone del Palazzo Campanella, si è tenuto il convegno “La Politica estera italiana degli ultimi anni. Spunti di riflessione sul ruolo dell’Italia nella comunità internazionale, dal caso Marò all’emergenza migranti”. Organizzato da Comitato del Fare, l’evento ha visto la partecipazione dei senatori Maurizio Gasparri e Antonio Caridi, dei consiglieri regionali Francesco Cannizzaro e Alessandro Nicolò, del dottore di ricerca in Ordine Internazionale alla Sapienza di Roma Caterina Malara, del giornalista Nicolino D’Ascoli, di Federico Milia, esponente di Comitato del Fare e presente nel ruolo di moderatore.

Il convegno ha fornito ai partecipanti l’occasione di esporre le proprie riflessioni sulla politica estera del Governo ma soprattutto di attaccarlo, su queste e altre tematiche. Chiaro il pensiero dei relatori, almeno di parte politica: l’attuale esecutivo è debole, è sottomesso alle potenze straniere, poca cosa rispetto al vecchio centrodestra berlusconiano, del quale si sono cantate le gesta a più riprese. Sullo sfondo, l’immagine dei Marò ancora in balia dello strapotere indiano.

Molto duro è stato il consigliere regionale Francesco Cannizzaro, esponente di Forza Italia reggina. “A noi costa dire che l’Italia non sa mettere in atto strategie di politica estera. Siamo sempre più marginali e meno autorevoli. La nostra voce vale zero: il Governo rappresenta il nulla in politica estera. Non lo dico io, lo dice l’ISPI, che in un recentissimo rapporto ha descritto come fallimentare la politica estera del Governo Renzi, la cui azione è confusa, drammatica e frammentata. La stessa nomina di Mogherini si è rivelata assolutamente inefficace e risponde a una logica di facciata, rispecchiando in pieno la politica del Pd”.

La sua indignazione ha toccato l’apice quando ha trattato l’argomento dei Marò, in merito al quale ha pronunciato parole molto forti. “La storia dei Marò è vergognosa. Mi vergogno di essere italiano. E’ una barzelletta che non fa ridere nessuno”.

Il giudizio severo si è addolcito del ricordo dei governi Berlusconi, caratterizzati da uno slancio del tutto diverso. “L’ultimo governo di centrodestra ci ha lasciato un momento di credibilità. Sedeva ai tavoli internazionali con autorevolezza e diceva la propria”.

Un motivo di speranza, secondo Cannizzaro, è rappresentato dalle nuove leve del centrodestra reggino. Si è rivolto proprio ai giovani di Forza Italia, lodandone l’impegno. “A differenza vostra, i giovani del Partito Democratico amano viaggiare a Bruxelles, sono chiassosi e poco efficaci. Voi invece siete modesti e umili, ma efficaci”.

comitato del fare.jpg

Più complesso, ma non meno acceso nei contenuti, è stato il contributo del consigliere regionale Alessandro Nicolò. Questi ha rintracciato la causa della debolezza del Governo in politica estera, ricollegandola alla presunta inadeguatezza del governo regionale: l’incapacità di interpretare i ruoli, quindi di fare il proprio dovere. “Il problema è che la maggioranza non fa la maggioranza”. Poderoso l’attacco portato all’esecutivo, accusato di sottomettersi al giogo altrui. “Il governo è abusivo, debole in politica estera, vittima dell’asse franco-germanico”.

L’evento è entrato ancora più nel vivo con il contributo del senatore Caridi, che ha parlato esplicitamente di immigrazione, conferendo valore alle esigenze di chi giunge nelle nostre coste ma, allo stesso tempo, rivendicando un diritto della cittadinanza. “Noi vogliamo accogliere chi chiede asilo politico, ma vogliamo anche garantire la sicurezza ai nostri cittadini” ha dichiarato. Forte, secondo il parlamentare, sarebbe la necessità di un piano pluriennale, attualmente nemmeno in cantiere, dal momento che “l’amministrazione centrale manca di politiche di supporto ai migranti”. Una incapacità, quella del centrosinistra, che rischia di compromettere l’onore nazionale. L’esempio è fornito proprio dal caso Marò. Il senatore ha citato un particolare, secondo lui significativo. “Il capo del pool che difende i Marò è inglese. Siamo mortificati anche da questo”.

Il compito di sviscerare il tema della politica estera, e di collegarlo in modo efficace all’emergenza migranti è stato assolto dal vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri. Il suo contributo è stato ampio, coerente con il pensiero degli altri relatori ma ricco di spunti.

A partire dal significato della stessa politica estera e dal suo ruolo nel vivere civile. “La politica estera è una tematica apparentemente lontana dalla quotidianità. Se non c’è una politica estera strategica alla fine non possono esserci nemmeno politiche sociali, dal momento che si smarrisce l’idea di sé”. Anche l’ex ministro ha criticato il Governo Renzi, ma riflettendo sulle conseguenze a trecentosessanta gradi delle sue azioni in merito alla crisi migranti. “Qual è il metodo Renzi? Li portiamo in Italia, poi non facciamo le identificazioni. Ci si gira dall’altra parte nella speranza che se ne vadano in giro per l’Europa. Diciamo basta a questa politica antipatica, che rischia anche di ostacolare il commercio. Questo lassismo del Governo, infatti, crea tensione con gli altri paesi, tra cui l’Austria”.

La soluzione proposta da Gasparri consiste nel recupero dell’identità europea, che parte però dall’analisi degli errori compiuti in passato. “L’Occidente fatto le guerre quando non doveva e ha fatto la pace quando non doveva”. Tuttavia, “Dobbiamo smettere di avere sensi di colpa. Dobbiamo pretendere rispetto. La nostra democrazia sarà anche imperfetta ma è sempre meglio della sharia”. Sullo sfondo, la paura dell’Isis, che Gasparri non sottovaluta. “Va distrutto, perché è una minaccia al mondo intero e alimenta il terrorismo in Europa, perché porta avanti una idea di conquista. Nelle loro mappe, ci siamo anche noi, c’è anche il sud Italia”.

Il tema della politica estera, ha proseguito il senatore, va poi ricondotto a quello della concorrenza sleale. Il riferimento è sia ai migranti che arrivano in Italia e accettano di lavorare con salari più bassi, sia – in una prospettiva più ampia – a quei paesi che non rispettano le nostre stesse regole, producono con costi minori e vendono le merci a prezzi stracciati. La conclusione è semplice: “L’Europa non deve riconoscere alla Cina lo status di libero mercato”.

Anche Gasparri ha ceduto alla tentazione di rammentare le vicende dei vecchi governi berlusconiani. Il ricordo è anche in questo caso privo di macchie. “Dobbiamo rivendicare il ruolo che abbiamo avuto. L’Italia ha intessuto rapporti con l’Oriente e l’Occidente. Nel 2003 a Pratica di Mare ha riunito Stati Uniti e Russia. Nel 2011 si è opposta fino alla fine all’intervento in Libia”.

Queste parole hanno confermato la tesi esposta, in precedenza, dal coordinatore di Forza Italia Giovani, Antonio Latella. Una tesi certamente non inedita. “I paesi che prima garantivano il controllo delle partenze sono adesso aperti al passaggio dei migranti. Noi europei abbiamo delle responsabilità, si pensi alle scelte compiute sul caso Gheddafi. Il risultato è chiaro: il paese è ora in mano ai gruppi armati. Abbiamo un punto di forte destabilizzazione a pochi chilometri dalle nostre coste”.

Il resto dei tecnicismi, tuttavia, sono stati lasciati agli altri relatori. In particolare la dottoressa Caterina Malara ha cercato di dare una panoramica concreta ma allo stesso tempo comprensibile del – complicato – affare Marò. Ha ribadito, per esempio, che l’arbitrato internazionale non entrerà nel merito dell’accusa ma si limiterà ad assegnare la competenza. Deciderà chi ha il diritto di giudicare i fucilieri, l’Italia o l’India. La dottoressa ha accusato il Governo Monti, ma portando argomenti di una certa valenza: la decisione di lasciare ripartire i Marò una volta rientrati in Italia, quando sarebbe stato sufficiente arrestarli; l’arrendevolezza dell’esecutivo nell’accettare l’inganno dell’India; l’incapacità di far valere la nostra Costituzione, che vieta allo Stato di lasciare andare i cittadini italiani nei paesi in cui rischiano la pena di morte.

Interessante anche l’intervento di Nicolino D’Ascoli, che ha citato una ricerca condotta dall’Università degli Studi Mediterranea, secondo cui la maggioranza dei giovani riconosce i migranti come risorsa, ma allo stesso tempo li considera come “i primi a violare la legge”. Ancora più tecnico il discorso di Alessia Battaglia, dottoranda di ricerca in Diritto Costituzionale, che ha trattato l’immigrazione sotto il profilo giuridico. Carica di umanità, invece, la testimonianza di Beniamino Scopelliti, membro della Protezione Civile, che ha invitato la cittadinanza alla partecipazione degli sforzi umanitari, in modo da comprendere meglio il fenomeno e rintracciare soluzioni definitive.

 

Potrebbe interessarti

Scilla, nuovo accordo territoriale per i contratti di locazione a canone concordato
Uncategorized
96 views
Uncategorized
96 views

Scilla, nuovo accordo territoriale per i contratti di locazione a canone concordato

Francesca Meduri - 3 Maggio 2024

    SUNIA-Cgil Calabria, Sicet-Cisl RC, Uniat-Uil regionale e Confedilizia provinciale hanno mantenuto fede agli impegni assunti qualche mese fa…

A Palazzo Campanella la presentazione del corto “Il peso della bellezza”
cultura e paesaggi
155 views
cultura e paesaggi
155 views

A Palazzo Campanella la presentazione del corto “Il peso della bellezza”

Francesca Meduri - 1 Maggio 2024

Giovedì 2 maggio, alle ore 10, presso la sala Monteleone del Consiglio regionale della Calabria, si terrà la presentazione del…

Villa, verso l’affidamento in concessione del molo di sottoflutto
Attualità
282 views
Attualità
282 views

Villa, verso l’affidamento in concessione del molo di sottoflutto

Francesca Meduri - 30 Aprile 2024

VILLA SAN GIOVANNI – Con delibera del 26 aprile scorso la giunta Caminiti ha dato il via libera per la…