REGGIO. Il caso degli asili nido su La7: «Servizi alla prima infanzia da Medioevo»

26 Febbraio 2016
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Dopo le innumerevoli esternazioni pubbliche dei giorni scorsi, avanzate dalla Uil Scuola, sezione paritaria e privata, il caso degli asili nidi di Reggio Calabria viene ripreso a livello nazionale dalla trasmissione televisiva Tagadà di La7, che evidenzia in tutti suoi aspetti concreti le carenza strutturali della città in merito ai servizi pubblici per la prima infanzia.
Nelle scorse settimane avevamo richiesto una maggiore attenzione da parte dell’amministrazione comunale, della politica, degli assessori, dei consiglieri di maggioranza e minoranza, nonché di tutti i cittadini che intendono fare parte di una città educante, per attivare sinergie affinché si sostanzi nell’immediatezza l’utilizzo delle risorse del piano di azione e coesione rivolte ai servizi per la prima infanzia. Una politica che dovrebbe imparare ad ascoltare le voci dei bambini e coltivare le loro speranze, essere capaci di doversi arrampicare fino ai loro sentimenti. Arrampicarsi, allungarsi, alzarsi in punta di piedi, innalzarsi. Per non ferirli.
Il tema principale da noi posto all’attenzione pubblica è quello relativo all’incapacità documentata, da parte dell’amministrazione comunale, di programmare e spendere le risorse disponibili del piano di azione e coesione, considerato la recente riduzione per la città, da parte dell’autorità di gestione, del finanziamento relativo al secondo riparto di 966.650,58 euro, nonché i gravi ritardi nell’attuazione delle risorse finanziate dal primo riparto, con il concreto rischio di una perdita complessiva di risorse destinate alla prima infanzia pari a 3.000.000,00 di euro.
Avevamo segnalato, in più occasioni, il silenzio della politica locale rispetto a questi temi, centrali per una società evoluta, e individuato ed evidenziato le carenze di servizi pubblici per la prima infanzia esistenti nella città di Reggio Calabria che, con il servizio della trasmissione televisiva Tagadà, andato in onda nella giornata di ieri, l’emittente La7 ha ripreso in tutti i suoi tratti fondamentali.
Il servizio televisivo definisce Reggio Calabria, relativamente ai servizi alla prima infanzia, una città da Medioevo, rappresentando ed evidenziando come su 183.000 abitanti e 4.000 bambini la città garantisca un solo asilo nido pubblico, quello riattivato a settembre al Cedir. Emergono tutte le incapacità di spendere le risorse del primo riparto del piano di azione e coesione pur avendone la disponibilità da settembre 2014.
Durante il servizio televisivo intervistato l’avvocato Giuseppe Marino, Assessore alle Politiche sociali del Comune di Reggio Calabria, non risponde a nessuna delle nostre preoccupazioni, limitandosi ad esprimere considerazioni sul costo delle rette per la frequenza dell’asilo nido del Cedir, nonché rimarcare l’impegno dell’assessore Regionale alle politiche sociali per accelerare la spesa delle risorse disponibili per l’infanzia ai Comuni della Calabria.
Avevamo già osservato, nei nostri precedenti comunicati, che in assenza di azioni certe e di programmi precisi si continua, nel mondo della politica reggina, a parlare di infanzia in modo confuso, astratto, talvolta demagogico. Quanto dichiarato dall’assessore non si discosta da questa modalità mediatica caratterizzata dall’enfatizzare “IL NULLA”, nel mentre ci aspettavamo: puntuali rassicurazioni sulla spendibilità delle risorse del piano di azione e coesione, e risposte sul perché l’amministrazione comunale ha compromesso parzialmente l’utilizzo di 654.865,47 euro per l’acquisto di posti-utente in strutture private convenzionate, considerato la futura attivazione del servizio per soli 5 mesi invece che i dieci originariamente previsti; sulle motivazioni che hanno comportato una perdita di risorse di quasi 1.000.000 di euro, a valere sul secondo riparto, conseguentemente al piano di intervento predisposto dal Comune con la collaborazione di Action Aid; sulle scelte del piano di intervento relativo al secondo riparto con cui sono stati azzerati, per l’anno educativo 2016/2017, tutti i posti utente nelle strutture accreditate, senza preoccuparsi di garantire la continuità educativa agli attuali 77 iscritti; sulle mancate rassicurazioni sull’asilo nido del Cedir, unico nido pubblico aperto, per sapere se dal 1° aprile continuerà a funzionare dato che il Comune non ha ancora dato seguito ai necessari e obbligatori lavori di adeguamento, a seguito di prescrizioni dettate nell’autorizzazione condizionata in scadenza il 30 marzo 2016; nonché soprattutto ci saremmo aspettati di conoscere se entro giugno prossimo saranno completati i lavori di ristrutturazione dei nidi comunali di Archi e Gebbione (i quali allo stato non risultano neanche appaltati) considerato che giugno sarà il temine ultimo per la spendibilità dei finanziamenti relativi al primo riparto. Ciò anche in considerazione che l’eventuale mancata riapertura degli stessi nidi comunali a settembre p.v. comporterà probabilmente la perdite delle corrispondenti risorse assegnate con il secondo piano di intervento.
Per non parlare poi dell’infelice riferimento nel servizio all’assessore Regionale per le politiche sociali circa il suo impegno per l’accelerazione della spese per la prima infanzia nei comuni calabresi. Vorremmo segnalare all’assessore Marino che la Regione Calabria ha emanato nel lontano 2011 un avviso pubblico per l’assegnazione di contributi finalizzati alla realizzazione di nidi d’infanzia privati, per il quale i soggetti privati in graduatoria hanno da tempo stipulato la convenzione rispettando i vincoli temporali imposti dal bando. Nel mentre la Regione Calabria non ha ancora adempiuto ai propri impegni contrattuali, non erogando i finanziamenti assegnati agli aggiudicatari e creando le condizioni opposte a quelle per le quali era stato originariamente emanato lo stesso avviso pubblico: cioè far chiudere i nidi d’infanzia che, nel frattempo, sono stati avviati dagli organismi sociali.
Tali inefficienze politiche e amministrative hanno condotto i nidi privati avviati nella Regione Calabria al collasso finanziario, i gestori sino ad oggi, con mille difficoltà, hanno sostenuto le anticipazioni, avviato le attività, mantenuto in esistenza i servizi educativi; ma oggi rischiano di non avere più le risorse per continuare a sostenere tali attività, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro di educatori che prestano le loro attività compromettendo irreversibilmente anche gli investimenti finanziari sostenuti sino ad ora. Segnaliamo inoltre che, dopo l’emanazione della Legge regionale 29 marzo 2013, n. 15 Norme sui servizi educativi per la prima infanzia, la Giunta regionale avrebbe dovuto approvare il Piano triennale regionale dei servizi educativi del quale, ad oggi, non abbiamo mai alcuna notizia. Se questa è l’accelerazione di cui parla l’assessore Marino, e che la Regione Calabria vuole fare imprimere anche ai Comuni Calabresi, siamo seriamente preoccupati del futuro dei servizi.
Confermiamo tutto quello che abbiamo già detto in altri comunicati siamo rammaricati che i bambini non votino….. perché se potessero votare, darebbero il loro voto agli attuali Amministratori, Assessori e consiglieri comunali? Reggio Calabria, per tutto ciò, resta per ora “una città ad un metro d’altezza ma solo sul livello del mare”, s’intende, e non a quello degli occhi dei bambini, che seduti nel loro passeggino o a piedi, guardano il mondo attorno a se, per esplorarlo, e per farsene, quindi, un’idea.
La Uil Scuola di Reggio Calabria continuerà a rafforzare un presidio stabile di controllo affinché si facciano innanzitutto tre cose semplici: 1) si utilizzino in toto le risorse finanziarie disponibili dal piano di azione e coesione; 2) si programmino servizi educativi stabili e duraturi nel tempo; 3) si istituzionalizzi un tavolo tecnico di cui facciano parte gli attori fondamentali del sistema educativo (famiglie, coordinatori ed educatori; gestori dei servizi e rappresentanti istituzionali) per programmare sinergicamente azioni utili ad ampliare l’offerta dei servizi e garantire qualità educativa.
Attendiamo risposte concrete e puntuali su tutte le preoccupazioni già espresse, sperando che gli adulti responsabili delle scelte e delle azioni di questa città si accorgano e si ricordino dei bambini, pur se essi non votano.
UIL Scuola paritaria e privata – RC

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