CAMPO C. Costituito il comitato dei sindaci piccoli comuni della provincia reggina: sì all’autonomia, no all’azzeramento

9 Dicembre 2015
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i sindaci assieme alla presidente Biglio

CAMPO CALABRO – «Mettersi in rete per concorrere a tutte le iniziative a livello nazionale e regionale finalizzate a salvaguardare le autonomie locali ed evitare l’azzeramento dei piccoli comuni che rappresentano una ricchezza e una opportunità per il Paese».
Questa l’assoluta necessità ravvisata all’atto della costituzione del comitato dei sindaci dei comuni della provincia di Reggio Calabria aderenti all’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia (Anpci), sottoscritto nei giorni scorsi presso il Teatro dello Stretto di Rtv durante una conferenza moderata dal sindaco di San Procopio Eduardo Lamberti Castronuovo.
A firmare il documento 23 primi cittadini del Reggino che, alla presenza della presidente dell’Anpci Franca Biglio, sindaco di Marsaglia (Cuneo), hanno promesso battaglia per difendere gli enti che guidano.
Al sindaco di Laganadi Giuseppe Cannizzaro è toccato illustrare i contenuti dell’atto costitutivo, che sarà definitivamente approvato unitamente alla elezione degli organi del comitato in una prossima riunione per consentire, nelle more, a tanti altri comuni di formalizzare la già preannunciata adesione all’Anpci.
L’allarme lanciato dai sindaci non è infondato: «Le piccole realtà locali rischiano di dover subire scelte operate da chi non conosce tali realtà, dimostratesi vitali e fondamentali nel passato e che rifiutano un comportamento legislativo che, ignorando il valore storico e la particolare struttura del nostro territorio, porta a decretare la morte per asfissia dei piccoli comuni».
Chiaramente non è volontà dei piccoli comuni frenare il rinnovamento, ma essi hanno la consapevolezza di poter svolgere un ruolo attivo in questo delicato momento.
A spiegare quello che sembra un paradosso è stata la presidente Biglio: «I Comuni fino a 5.000 abitanti – ha sostenuto – sono le istituzioni più virtuose a livello nazionale, non hanno mai dichiarato alcun dissesto e dei 59 enti locali che in Italia hanno dichiarato dissesto finanziario, di questi neanche uno è piccolo. Eppure siamo i più penalizzati, in primo luogo, dalle normative che definiamo “soffoca-comuni” – ha aggiunto la presidente dell’Anpci – e la legge Del Rio, la n°56 del 2014, è una di queste che fa calare dall’alto un provvedimento non solo incostituzionale e irrazionale ma inapplicabile, e cioè l’associazionismo obbligatorio. Le unioni poi sono matrimoni di convenienza dovuti agli incentivi che continuano ad essere erogati per la creazione di queste forme associative, dichiarate fallimentari dalla stessa Corte dei Conti. In secondo luogo, continuiamo a subire tagli lineari che riducono o addirittura aboliscono i servizi minimi indispensabili alla persona nei piccoli centri e nelle zone più disagiate del Paese».
Infine, Francesca Biglio ha chiesto «l’istituzione di un intergruppo parlamentare che raccolga deputati e senatori amici dei piccoli comuni d’Italia, che a fianco dei sindaci svolga ogni possibile azione nelle varie sedi politiche ed istituzionali per ottenere una riforma organica e condivisa di tutto il sistema delle autonomie locali che veda “in primis” l’esaltazione dell’autonomia organizzativa, fiscale ed impositiva riconosciuta in capo ai comuni dalla costituzione». fra.me.

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