di CONSOLATA MAESANO
CAMPO CALABRO – “Dulce et decorum est pro patria mori” (è dolce e dignitoso morire per la patria): recita così il monumento sulla facciata del municipio di Campo Calabro presso la piazza martiri di Nassiriya, innalzato- come dice l’iscrizione- dal Comune “a perenne memoria dei suoi figli”.
E in omaggio ai caduti, nella mattina di oggi e presso la citata piazza, Campo Calabro ha solennemente celebrato il giorno dell’unità nazionale e delle forze armate.
La festa- che commemora l’anniversario dell’armistizio di Villa Giusti, col quale venne sancita la fine della prima guerra mondiale e la vittoria italiana- ha visto la partecipazione dei cittadini, degli studenti, del sindaco e dell’amministrazione, delle forze dell’ordine e delle associazioni locali, come l’Avis.
“Siamo orgogliosi di essere italiani e siamo orgogliosi, come comune di Calabro, di essere ancora una volta qui sin dal primo dopoguerra a celebrare, a ricordare, a riflettere e a ragionare: si può crescere solo attraverso l’impegno civico, culturale e morale di tutti” ha dichiarato Domenico Idone, primo cittadino campese.
Il sindaco ha poi ricordato il sacrificio di tutti i soldati in tutte le guerre e quello dei militari campesi: “Dalle case di questo paese nel 1915 sono partiti per il fronte i nostri ragazzi di allora e molti purtroppo non sono mai tornati. Avevano pure diciotto, vent’anni: non conoscevano neanche il treno, non sapevano cosa fosse un fucile: conoscevano la terra, erano i nostri contadini del sud”.
Idone ha poi sottolineato come l’unificazione d’Italia appaia ancora lontana, con un divario sempre crescente tra nord e sud: “Il percorso dell’unità d’Italia è stato completato sotto l’aspetto geomilitare, ma non ancora a livello aspetto sociale, economico e culturale: da questi punti di vista abbiamo due Italie.
Basti dire che il reddito di un cittadino lombardo è il doppio di quello di un cittadino calabrese e che da 15 anni a questa parte è ripresa una grandissima migrazione dei laureati calabresi e meridionali. Una volta partivano i nostri nonni con la valigia di cartone; oggi partono i nostri giovani laureati, perché qui l’Italia unita non riesce a dare possibilità”. E le conseguenze sono serie: “Questa differenza è inammissibile, è oramai inaccettabile. Con questo divario si crea una situazione di disagio sociale, di sofferenza. Noi combattiamo perché un giorno anche la nostra terra possa avere dei livelli di socialità e di economia uguali al resto del paese. Il modo migliore per commemorare i nostri caduti è che i governanti e chi di dovere facciano di tutto per eliminare questo gap”.
La cerimonia ha visto la partecipazione degli studenti della scuola media locale, che hanno letto i propri pensieri, ragionamenti e poesie su temi quali la guerra, la fratellanza e l’immigrazione. La musica del complesso bandistico “città di Campo Calabro” ha accompagnato l’evento e il solenne momento della deposizione della corona presso il monumento ai caduti.
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