CAMPO CALABRO. Allarme furti, Sandro Repaci si appella a Prefettura, Questura, Procura e Arma

30 Giugno 2015
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sandro repaci

CAMPO CALABRO – Pare senza fine l’ondata di furti che ormai da tempo interessa Campo Calabro. Nelle ultime settimane, poi, i topi d’appartamento si sono letteralmente scatenati e hanno portato via di tutto da numerose case e non solo. Tanti cittadini, soprattutto anziani, vivono nel terrore di essere le vittime di turno di una sequela che non accenna a placarsi in nessun modo. Una situazione di rischio per i campesi, tanto da spingere il consigliere di minoranza Sandro Repaci a rivolgersi direttamente al prefetto, al questore, al procuratore della repubblica e al comandante provinciale dell’arma dei carabinieri. Dopo aver ripetutamente segnalato la problematica all’amministrazione comunale, stavolta il rappresentante dell’opposizione scrive ai responsabili locali delle maggiori e più prestigiose istituzioni preposte alla tutela della giustizia, dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini: «Lo faccio – puntualizza subito Repaci- senza supponenza, né in preda ad una esasperazione che sarebbe financo comprensibile, e con questo scritto credo di interpretare lo stato d’animo dei miei concittadini. Da alcuni mesi la nostra comunità è tenuta in allarme – prosegue Repaci – da una sequenza di reati contro il patrimonio concretizzatisi in una serie di effrazioni seguite da furti all’interno delle abitazioni, che si susseguono ad un ritmo impressionante. So bene che probabilmente, ove ci si rifaccia a statistiche generali circa reati consimili, tali azioni criminose non incidono sulla media territoriale degli stessi, ma ove si consideri la concentrazione delle stesse in un territorio circoscritto, a danno di una popolazione poco numerosa (poco meno di 5 mila abitanti), oltreché la distribuzione in un arco di tempo relativamente ridotto, non si può che convenire che tale situazione generi un allarme che può configurarsi come vera e propria “patologia sociale”». Un perenne stato di insicurezza, preoccupazione e talvolta esasperazione, per una comunità tenuta in ostaggio da una serie di azioni criminose taluna delle quali potrebbe sfuggire di mano persino ai suoi autori, mettendo in pericolo la stessa integrità fisica dei cittadini: è quanto Repaci fa presente alle autorità destinatarie della sua missiva, ovvero allo Stato, lanciando alle stesse «un appello accorato affinché si faccia il possibile per rimuovere le cause che sono ostative ad una serena ed armoniosa vita di una piccola comunità». E per concludere, Repaci ribadisce la richiesta di interventi adeguati: «Solo ed esclusivamente nello Stato riconosciamo il soggetto deputato a proteggere i cittadini ed i loro beni. Nel riconfermare la mia fiducia nell’operato delle forze dell’ordine, e segnatamente alla Stazione dell’Arma dei Carabinieri di Campo Calabro che sappiamo avere certamente assunto iniziative in merito agli avvenimenti delittuosi, credo però di interpretare lo stato d’animo dei campesi chiedendo che venga messa in atto ogni ulteriore misura, ordinaria e non, per porre fine a questa condizione di insicurezza dell’intera popolazione». f.m.

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