Reggio, il Comune forma Dj ed è polemica: «Si balla ma non si lavora»

24 Maggio 2025
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REGGIO CALABRIA – Il Comune intende formare giovani Dj e scoppia la polemica. Ma andiamo per ordine, partendo dal comunicato diffuso ieri da Palazzo San Giorgio: «Avviato un nuovo e stimolante percorso formativo destinato ai giovani della città. È stato pubblicato l’avviso pubblico per l’iscrizione a un laboratorio esperienziale rivolto ad aspiranti dj, che si terrà all’interno del Centro Giovanile-Centro di Aggregazione Giovanile “GenerATTIVI”, situato nella “Galleria Zaffino” a Reggio Calabria.

 

Il progetto si propone di offrire ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni l’opportunità di sviluppare nuove competenze artistiche e professionali, rafforzando la loro partecipazione attiva nella società e promuovendo il loro protagonismo. Un’attenzione particolare verrà riservata ai giovani in condizioni di disagio ed esclusione sociale, con l’obiettivo di favorirne l’empowerment e di garantire loro l’acquisizione di competenze che possano aprire nuovi orizzonti di inclusione e crescita personale».

«Si tratta di un corso preoccupazionale che finanziamo con il Pn Metro Plus – ha chiarito affermato l’Assessore alla Programmazione, Carmelo Romeo – per dare la possibilità ai giovani aspiranti deejay reggini che si terrà nel Centro Generattivi, un immobile confiscato alla ‘ndrangheta che il Comune ha restituito alla comunità, dopo averlo riqualificato e arredato con attrezzature e strumenti. Con questi corsi i ragazzi potranno apprendere le nozioni più importanti e poi, anche a loro, sarà data la possibilità di esibirsi nel deejay set che faremo in estate all’Arena dello Stretto, insieme ai dj più affermati nazionali e ai professionisti locali. Vogliamo dare loro gli strumenti necessari per diventare protagonisti del loro futuro, facendo leva su un settore creativo e in continua evoluzione come quello musicale. Il laboratorio non si limita a una semplice formazione tecnica, ma promuove anche valori come la responsabilità e l’autonomia, fondamentali per una partecipazione consapevole alla comunità».

«I percorsi laboratoriali sono aperti ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che siano frequentanti la scuola secondaria di secondo grado o in possesso del relativo diploma. I ragazzi con un’età compresa tra i 13 e i 17 anni potranno partecipare come “uditori”, con l’unica condizione di aver conseguito il diploma di scuola secondaria di primo grado.
Le iscrizioni sono aperte fino al 30 maggio 2025. La domanda di partecipazione dovrà essere inviata tramite PEC all’indirizzo protocollo@pec.reggiocal.it con oggetto “Domanda di partecipazione al Laboratorio SUNSETLAND DJ”. Per maggiori dettagli sulla procedura di iscrizione, è possibile consultare il modello A allegato all’avviso pubblico. Il Comune di Reggio Calabria invita tutti i giovani interessati a cogliere questa opportunità unica di formazione e crescita».

 

Sasha Sorgonà di Reggio Impresa: «Per Falcomatà a Reggio si balla ma non si lavora».

 

 

«A Reggio Calabria è stato annunciato un laboratorio gratuito per aspiranti DJ rivolto a giovani tra i 14 e i 35 anni. Una notizia che, a prima vista, sembra positiva: si parla di formazione, di cultura, di giovani. Ma se grattiamo via l’entusiasmo iniziale, restano molte domande aperte e una considerazione centrale: non basta insegnare una competenza, se poi non si costruisce un contesto in cui applicarla».

 

Continua Sasha Sorgonà, founder di Spinoza e da anni attivo con successo nel settore degli eventi in riva allo Stretto.

«Una visione monca»

«Il laboratorio – promosso con grande enfasi e con il coinvolgimento di nomi noti del panorama musicale italiano oltre che certamente validi artisti reggini – punta a “formare nuovi talenti”. Ma formare per cosa, e soprattutto, per dove?

A Reggio Calabria oggi non esiste un ecosistema professionale della musica che possa assorbire 15 o più nuove figure nel settore DJing e intrattenimento. Non ci sono festival pubblici stabili, non ci sono spazi di coworking creativo, e perfino il numero di locali che offrono opportunità reali di lavoro stabile per questa posizione è estremamente limitato. Mi domando cosa abbia davvero in mente l’amministrazione Falcomatà per il futuro di questi giovani?».

«Anche immaginando che da questo corso emergano veri talenti – cosa auspicabile – dove lavoreranno? Chi li seguirà nel post-formazione? Chi li accompagnerà nella costruzione della loro carriera?».

«Il corto circuito dellofferta formativa»

«Il vero nodo è che si continua a confondere levento con il progetto. Un laboratorio non è un piano di sviluppo. Un workshop non è una filiera. La cultura non è un servizio che si attiva con un bando spot ogni tanto: è un’infrastruttura, è un’economia, è una politica di lungo periodo. “Sarebbe certamente stato più serio, volendo creare un bando del genere, coinvolgere una realtà come il Conservatorio e creare delle figure che possano interagire professionalmente, in modo più ampio e ad alti livelli nel mondo dello spettacolo e della musica».

«Un corso per DJ avrebbe certamente senso se inserito in un piano più ampio che comprenda la creazione di spazi permanenti per la musica e la sperimentazione artistica; il sostegno alle imprese culturali locali; il dialogo con locali, festival, club e radio per creare opportunità lavorative vere. Senza questa rete, anche 15 nuovi giovani formati rischiano di diventare 15 nuove storie di emigrazione».

«Il paradosso del non coinvolgimento»

«Ma la vera occasione persa è un’altra: perchè quantomeno non sono state coinvolte le realtà locali già attive nel settore? A Reggio ci sono club, DJ, collettivi musicali, agenzie artistiche e culturali, locali storici e nuove realtà che, nonostante le difficoltà, mantengono viva una scena musicale sotterranea ma vivace. Ovviamente parliamo di aziende che possano creare posti di lavoro non singoli professionisti isolati. Sono queste che potrebbero offrire una continuità, una prospettiva concreta, un ponte tra formazione e lavoro. E invece la stragrande parte degli operatori viene sistematicamente esclusa da chi promuove eventi calati dall’alto».

«Costruire non è comunicare»

«Sostenere i giovani vuol dire prima di tutto rispettarli, non usarli per fare comunicazione. Non serve un selfie a fine corso, serve una visione di città. Un’idea politica e culturale che metta la musica e l’arte al centro dello sviluppo locale. Reggio Calabria ha estremo bisogno di smettere di rincorrere i bandi e cominciare a costruire strategie di lungo periodo. Di smettere di improvvisare e iniziare a progettare. Perché il futuro dei nostri giovani non si gioca nel tempo di un laboratorio. Si gioca nel tempo di un investimento strutturale, economico e culturale. O li aiutiamo a restare per costruire qui, o li stiamo solo illudendo prima di perderli. Di nuovo».

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