Villa, “Momento Civico” vs Caminiti: rigettato il ricorso

23 Febbraio 2024
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VILLA SAN GIOVANNI – Sempre più tesi i rapporti tra l’amministrazione Caminiti e l’associazione “Momento Civico”. L’ultimissimo motivo di scontro ha riguardato l’accesso agli atti richiesto da Antonio Morabito sulla riassunzione in servizio dell’architetto Salvatore Foti, istanza che nei giorni scorsi ha portato lo stesso richiedente a ricorrere al difensore civico della Regione Calabria. È stata poi la sindaca Giusy Caminiti a comunicare il mancato accoglimento del ricorso. Ma procediamo per ordine.

Le contestazioni di “Momento Civico”

“Momento Civico” ha denunciato «una vera e propria deriva democratica» dietro le condotte politiche e amministrative messe in atto dalla squadra di governo guidata da Giusy Caminiti. Nel mirino soprattutto la sindaca, destinataria di accuse pesantissime: «Gioca a fare la paladina della legalità, sebbene la propria attività amministrativa – così “Momento Civico” – sia costellata di bugie, violazioni piccole e grandi, errori amministrativi e illegittimità palesi». Convinzione cresciuta di fronte alla «difficoltà ad ottenere documentazioni» a ogni istanza presentata, poiché «atti e documenti vengono nascosti per coprire le ipocrisie delle promesse elettorali ma ad altri, forse meno incisivi, vengono consegnati regolarmente». A tal riguardo, “Momento Civico” ha appunto segnalato un caso specifico: «È gravissimo che allo scadere dei termini per rispondere ad una nostra richiesta, il segretario comunale neghi gli atti sulle indennità agli amministratori e, lo stesso giorno, la minoranza consiliare, diffonda una nota in cui afferma di avere i documenti dal novembre scorso e ne dia notizia solo tre mesi dopo. Dunque gli atti, che per legge andavano pubblicati, sono stati a noi negati per puro (mal)vezzo, solo per evidenziare i “buoni e cattivi” secondo la declinazione che la Caminiti dà dei principi democratici». Ecco perché “Momento Civico” si colloca tra gli avversari politici che non sarebbero per nulla graditi (e quindi da abbattere), esprimendo altresì un certo stupore di fronte a «un livellamento verso il basso delle dinamiche politico-istituzionali». Insomma, ciò che osservano i membri del sodalizio è «una mancanza totale di trasparenza, anche su vicende che attengono al regolare funzionamento degli uffici e dei servizi». E qui “Momento Civico” ha richiamato le modifiche apportate alle competenze dei settori, segnalando «il ripudio di una giurisprudenza cogente che ha sancito l’incompatibilità tra “controllore e controllato”» e l’affidamento di «taluni servizi alla Polizia locale, sottraendoli all’Ufficio tecnico, per una incompatibilità che gli atti prodotti denunciano in modo latente, essendo il relativo responsabile sotto indagine da parte della Procura di Palmi». E pure su quest’ultima vicenda, precisamente sulla riassunzione in servizio dell’architetto Salvatore Foti dopo l’arresto nell’operazione “Aeternum”, Antonio Morabito di “Momento Civico” aveva chiesto i relativi atti ottenendo picche, tanto da vedersi costretto ad avanzare (ieri) ricorso al difensore civico della Regione Calabria chiedendogli di «pronunciarsi entro trenta giorni in merito alla legittimità del diniego». Un diniego, quello del segretario generale, consistito nell’apporre «un pretestuoso quanto fantasioso “segreto istruttorio”», rilancia “Momento Civico”, concludendo con una sorta di auspicio: «Forse adesso è anche il caso che articolazioni rappresentanti lo Stato unitario intervengano per garantire l’applicazione uniforme dell’ordinamento».

Caminiti: «Costante precisa attività di demonizzazione del nostro operato»

                                      

Sul diniego di accesso civico contestato da “Momento Civico” il difensore civico della Regione Calabria ha dato pienamente ragione all’amministrazione Caminiti, bocciando il ricorso che era stato presentato nei giorni scorsi da Antonio Morabito avverso il ‘no’ alla richiesta di atti relativi alla riassunzione in servizio dell’architetto Salvatore Foti: «Non merita accoglimento ritenendosi da condividere le risposte fornite dall’amministrazione comunale di Villa San Giovanni. Per l’effetto si dispone l’archiviazione dello stesso». È quanto comunicato da sindaco, giunta e gruppo consiliare “Città in movimento”, replicando indignati alle ripetute accuse nei loro confronti: «Quel “segreto istruttorio” sulla richiesta di atti amministrativi definito “pretestuoso quanto fastidioso” – così la squadra di governo –  è stato invece accolto dal difensore civico regionale: da mesi e mesi assistiamo ad una costante precisa attività di demonizzazione del nostro operato amministrativo, tacciato di “mancanza totale di trasparenza e rispetto delle regole”». Caminiti&Co hanno sottolineato che nessuna delle accuse mosse «è fondata» e spiegando il perché: «L’Ente per mano del segretario comunale (cui la richiesta di accesso civico era indirizzata – salvo poi dire che lo stesso si è “illegittimamente autodefinito titolare del diritto”) ha ritenuto “non ostensibili i documenti richiesti”, richiamando norme giuridiche e recente giurisprudenza del Consiglio di Stato. Quegli stessi riferimenti normativi e giurisprudenziali che ictu oculi hanno trovato concorde il difensore civico regionale». Una vicenda che per Caminiti e i suoi è «solo l’ultimo di attacchi giornalieri che non possono essere giustificati richiamando la libertà di informazione e di pensiero. Un’aggressione cui non abbiamo inteso fin qui rispondere perché più che replicare ai pochi che gridano, stiamo lavorando per i molti che stanno in silenzio e aspettano». Ma stavolta la replica è stata una sorta di atto dovuto: «Riteniamo che sia giusto che la comunità sappia, dal momento che chi sbandiera azioni a tutela della democrazia poi – l’affondo verso “Momento Civico” – non è consequenziale nel riferirne gli esiti». Così è stato anche in relazione all’archiviazione di un esposto all’autorità garante per la privacy. Una notizia, l’esito del ricorso, resa per «rispetto della comunità» e per «relegare a mero tentativo questo clima che vorrebbe allontanare la città dai suoi amministratori». Concludono Caminiti&Co: «Ci sono accuse gravi mosse sin qui e non è la politica a doverne rispondere. Oggi è nostro obiettivo mantenere la serenità della città, perché ciascuno possa autonomamente usare la propria capacità di discernimento».

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