«Ieri una notizia – quella del taglio delle stime di crescita per l’Italia – è stata oscurata da una non notizia – quella dell’approvazione della relazione di aggiornamento del progetto definito del Ponte da parte del CdA della Stretto di Messina». Così il movimento No Ponte Calabria.
«Non notizia – spiega il movimento – perché dopo tutto lo strombazzare relativo al rilancio del Ponte sarebbe stato veramente troppo non concedere questa pagina di gloria al principale sponsor, il Ministro Salvini, nonostante le circa 70 osservazioni del comitato scientifico. Così il ministro padano può esultare, esattamente come fece nel 2011 l’allora Ministro dei Trasporti Matteoli.
Ma di quali siano i contenuti di questa relazione, quali gli importanti aggiornamenti tali da giustificare l’entusiasmo pontista e far credere che il Ponte questa volta si farà, non ci è dato sapere, visto che proprio lunedì scorso Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina spa, – svelano i no ponte – ha negato al WWF la possibilità di visionare i documenti relativi a questo aggiornamento, nonostante la richiesta di accesso agli atti formalmente presentata».
«E allora, più che di fronte ad un evento storico, sembra di trovarsi sempre più di fronte ad un farsesco remake della sceneggiata del 2011. Vogliamo ricordare come è andata finire? È finita che il governo Monti, chiamato a salvarci dallo spread, chiuse i rubinetti pubblici e mise in liquidazione la Stretto di Messina, perché l’Eurolink non fu in grado di produrre i piani economico-finanziari e un’analisi di intervento capace di attestare la sostenibilità del progetto. In questi anni saranno riusciti a fare passi in avanti su questi aspetti? Tra l’altro con una revisione progettuale durata soltanto pochi giorni. Ci crediamo poco», continua il movimento No Ponte Calabria.
«E allora, cara Meloni che oggi sei in Calabria, considerando la frenata dell’economia europea, il nuovo allarme sui conti pubblici con le ultime stime al ribasso, e il rischio di dover ricorrere ai ripari con una manovra correttiva, non è meglio chiuderla qui? Il gioco è bello quando dura poco, ma qui stiamo veramente superando ogni limite», concludono i no ponte.
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