Ponte sullo Stretto, Falcomatà contro Don Ciotti: «Inconcepibile dire che unirà due cosche»

28 Gennaio 2024
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«Vorrei fare i complimenti per come è stato organizzato questo Consiglio comunale aperto, con un approccio costruttivo e concreto, da amministratori. Ho ascoltato con attenzione l’introduzione del sindaco Sandro Repaci, mi ha fatto riflettere sugli errori che spesso gli amministratori pubblici commettono rispetto al dibattito sul Ponte sullo Stretto, ossia non concentrarci su cosa ruota attorno a questa grande opera pubblica. Un punto di vista ed una discussione che non si limita alla sola infrastruttura o ad un approccio influenzato prettamente dall’ideologia, tra chi è comunque ragionevolmente favorevole e chi allo stesso modo è contrario». Così il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, intervenendo a Campo Calabro, nel corso di un Consiglio comunale aperto, convocato per un dibattito e confronto relativo al Ponte sullo Stretto.

«Fra i vari commenti – ha aggiunto – ho ascoltato quelli di chi, come rappresentanti istituzionali, aveva timore di avviare opere pubbliche per paura delle infiltrazioni mafiose. Non possiamo permettere a nessuno di dire che questo Ponte non unirà due coste, ma due cosche. Chi l’ha detto se ne deve assumere la responsabilità. Noi sappiamo cosa significa fare i sindaci, i consiglieri comunali, al Sud, in Calabria, nella nostra provincia, non servono le statistiche o gli elenchi dei amministratori minacciati per ricordarci quanto sia gravoso il nostro lavoro. Allo stesso tempo noi la criminalità la contrastiamo e faremo sempre di tutto affinché le necessarie opere pubbliche, per il bene collettivo, siano realizzate per i territori».

«Oggi la domanda non è più: Ponte sì o Ponte no. Siamo già più avanti – ha evidenziato il primo cittadino metropolitano – rispetto a questa domanda che poteva valere fino a quando il decisore politico non aveva ufficialmente attivato questo processo. Il dubbio che dobbiamo sciogliere ora è che ruolo giocare come Enti pubblici territoriali, decidere se subire la decisione oppure governarlo, da protagonisti, accendendo i fari su tutto quello che saranno le fasi di approvazione del progetto esecutivo, avvio lavori lavori e completamento. Questo è il nostro ruolo».

«Per quanto mi riguarda – ha precisato Falcomatà – sul Ponte ci sono anche dei ‘no’ Ponte. Ad esempio diciamo no ai progetti ‘calati dall’alto’, senza il protagonismo dei territori. Diciamo di no ad un progetto che ci priva dei Fondi di Coesione, risorse che la Costituzione stabilisce che siano aggiuntive, e non sostitutive, per far crescere lo sviluppo di aree in difficoltà rispetto alle regioni più ricche. Ad oggi, invece, circa un miliardo di euro di fondi previsti per la Coesione, previsti per le regioni Sicilia e Calabria, stanno dentro il progetto del Ponte. Si tratta di risorse marginali se pensiamo all’investimento generale dell’infrastruttura, ma che risultano invece decisive per i nostri territori. Non sono d’accordo – ha detto Falcomatà – su quanto dichiarato nei giorni scorsi dal viceministro alle Infrastrutture, Rixi, a Reggio Calabria, che quelle risorse sono state prelevate perché le Regioni Calabria e Sicilia non hanno capacità di spesa. Si tratta di un incidente istituzionale poco consono anche nei confronti di chi le governa. Un altro ‘no’, infine – ha concluso – lo diciamo ad un Ponte che con il progetto scellerato dell’autonomia differenziata, rischia di voler unire un’Italia di fatto divisa, tra chi ha già tutto e avrà ancora di più e chi invece avrà sempre meno».

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