Villa San Giovanni. Barriere architettoniche, iter Peba a una svolta: ecco la «prima bozza» con criticità e linee di intervento

7 Settembre 2018
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di FRANCESCA MEDURI

VILLA SAN GIOVANNI – Una «prima bozza» del Peba (Piano eliminazione barriere architettoniche) del Comune di Villa San Giovanni è stata presentata ieri pomeriggio nell’aula magna dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” davanti a una platea composta soprattutto da rappresentanti dell’associazionismo e da cittadini portatori di handicap. Al tavolo dei lavori il vicesindaco con delega alle Politiche Sociali Maria Grazia Richichi, l’assessore al Peba Massimo Morgante, l’ingegnere tecnico progettista del Peba Francesco Morabito e i quattro stagisti che hanno realizzato il lavoro di raccolta di informazioni e la mappatura per la redazione del Piano.

Peba, iter a una svolta: verso l’approvazione definitiva

L’assemblea-conferenza stampa è servita a condividere con la società civile uno strumento di fondamentale importanza, obbligatorio per legge e necessario per una città sempre più accessibile a tutti. Secondo le previsioni e le informazioni rese ieri dall’amministrazione Siclari e dall’ufficio tecnico comunale, da qui a un mese il Peba, riveduto e corretto in virtù di ulteriori incontri con il mondo associazionistico e della disabilità, sarà approvato dalla giunta per poi approdare in Consiglio comunale per l’ok definitivo. Il Piano sarà quindi pubblicato sul sito Internet ufficiale del Comune e sarà aggiornato man mano che si procederà con i lavori e con l’accoglimento di eventuali osservazioni. Lavori che, sempre attingendo dal quadro delineato nel Peba, saranno stabiliti di volta in volta, considerando l’urgenza e, naturalmente, le risorse a disposizione. Per l’anno in corso, la somma iscritta in bilancio per l’abbattimento delle barriere architettoniche ammonta a 87 mila euro.

Le dichiarazioni: qui Palazzo San Giovanni

Concluso l’iter di approvazione del Piano, saranno subito progettati e realizzati degli interventi? In sostanza, il Peba sarà attuato? È vivamente auspicabile, per scongiurare un Peba fine a se stesso, senza utilità e concretezza. Anche perché arrivare a redigere la «prima bozza» non è stata una passeggiata, come ha lasciato intendere Maria Grazia Richichi richiamando l’attività iniziata nel 2015 con l’amministrazione Messina (l’ex sindaco è intervenuto brevemente sul finire dell’incontro, ndr) e poi ripresa nell’ultimo anno continuando il percorso non più da delegata al Peba, incarico oggi ricoperto da Massimo Morgante, ma solo in qualità di assessore alle Politiche Sociali: «Ringrazio la macchina burocratica, che si muove abbastanza bene; l’assessore Morgante, che ha condiviso con me questo percorso; gli stagisti che hanno lavorato quotidianamente a fianco dell’ufficio tecnico. Vogliamo condividere questo strumento con la Consulta del terzo settore e con chi vive la disabilità, per rivederlo e migliorarlo», ha detto il vicesindaco portando i saluti del primo cittadino Siclari. La numero due di Palazzo San Giovanni è poi intervenuta più volte nel corso dell’incontro, anche in risposta ai contributi e ai dubbi provenienti dalla sala: «Le critiche ci devono essere, purché costruttive. Chiedo rispetto per l’amministrazione e per gli uffici, per il lavoro che stiamo portando avanti. Mi preme chiarire che nell’edificio comunale di via Nazionale è sempre garantita l’accessibilità con assistenza, con un dipendente sempre pronto ad accompagnare in ascensore le persone con problemi motori e di disabilità. Sono in tanti a utilizzare questo servizio e non è vero che il piano superiore non è accessibile a tutti, fermo restando che entro la fine del nostro mandato confidiamo di poter dotare il palazzo comunale di un nuovo ascensore, pienamente utilizzabile da tutti. Per quanto riguarda invece il Centro Baden Powell, al momento off-limits per i disabili, in forza della convenzione stipulata con l’Avis per la concessione dei locali la stessa associazione provvederà all’abbattimento delle barriere architettoniche». Ugualmente preso dalla problematica l’assessore al ramo Massimo Morgante, soddisfatto e grato pure per «l’apertura e la collaborazione» espresse da associazioni e cittadini: «L’attività relativa al Peba mi sta molto a cuore, perché tocca le persone che hanno difficoltà ad attraversare il territorio. È chiaro che, ai fini dell’abbattimento totale delle barriere architettoniche, conta anche e soprattutto il discorso economico, ragion per cui si procederà gradualmente partendo dagli ambienti pubblici. Da assessore alla Viabilità e alla Polizia Locale, ho cercato di sensibilizzare il Corpo dei vigili urbani in merito a quella che rappresenta un’ulteriore barriera, ovvero l’inciviltà di quanti parcheggiano selvaggiamente occupando gli spazi riservati ai portatori di handicap. Ho trovato tanta disponibilità, ma compatibilmente alle ristrettezze di organico con cui la Polizia Municipale deve fare i conti». L’ingegnere Morabito ha messo in evidenza il ruolo fondamentale rivestito dagli stagisti i quali, nonostante alcuni incidenti di percorso dovuti all’inesperienza, non si sono dati per vinti e sono riusciti a portare a termine un primo lavoro di mappatura degli edifici strategici della città: «Un lavoro fatto con 115 euro», ha sottolineato Morabito aggiungendo: «Riguardo agli interventi progettuali ci confronteremo su quelli urgenti, in base alle somme disponibili. Questo è un Piano generale, cui seguirà quello dettagliato: ma valuteremo di anno in anno come e dove intervenire».

Barriere architettoniche, la situazione villese e le linee di intervento

Dopo aver illustrato le linee generali del Piano soffermandosi sulla definizione di Peba e sugli annessi riferimenti normativi, gli stagisti incaricati dal Comune sono entrati nel merito dei dati emersi dalle rilevazioni: «Dai sopralluoghi effettuati è emerso che le strutture non sono accessibili alle persone cieche in quanto non sono dotate di sistemi braille o ausili per non vedenti. Per quanto riguarda l’accessibilità per le persone con disabilità o problemi di mobilità – recita la bozza del Peba – è emerso che solamente il 48% degli edifici pubblici e di pubblica utilità del comune di Villa San Giovanni risulta accessibile, mentre il 47% è accessibile con assistenza ed infine il 5% risulta addirittura non accessibile». E ancora, stando alle linee di intervento riportate nel Piano: «L’amministrazione comunale intende trattare la problematica secondo priorità derivanti dallo stato dei luoghi, dal livello di fruibilità delle aree pubbliche, visitabilità o agibilità per gli edifici e dal livello di utilizzo della zona centrale alle periferie. Si terrà pertanto conto degli interventi effettuati negli anni precedenti nella zona centro della città. Si procederà redigendo le progettazioni e le perizie con personale interno allo scopo di creare delle economie non necessitando di preventivo impegno finanziario ed infine, qualora non si potesse procedere mediante finanziamento ad hoc regionale o statale, si interverrà per stralci funzionali con somme di bilancio».

Peba, le voci del Terzo Settore e di chi vive il disagio

La versione definitiva del Peba terrà ovviamente conto dei contributi delle associazioni impegnate nel sociale e di cittadini con problemi di mobilità. A tal fine, il vicesindaco Maria Grazia Richichi ha ben accolto la proposta della costituzione un tavolo tecnico tra tutte le parti interessate, di un comitato rappresentativo del mondo associazionistico e della disabilità e di uno sportello comunale “Informa handicap”. Al di là dell’abbattimento delle barriere architettoniche, che resta il primo obiettivo da inseguire, c’è tanto altro da fare per migliorare la qualità della vita tanto dei disabili quanto delle persone normodotate, perché chiunque potrebbe ritrovarsi in difficoltà in una città non perfettamente accessibile. Senza trascurare il fenomeno dell’inciviltà, del mancato rispetto delle più elementari regole di un vivere civile e rispettoso verso tutti.

Quanti hanno a cuore l’intero discorso sul Peba e l’inciviltà hanno risposto presente: dalla Consulta del Terzo Settore, che con la presidente Annalisa Arena ha altresì chiesto se sia possibile nominale un dipendente comunale responsabile della disabilità; all’associazione “Specialmente Preziosi”, che con la presidente Maria Franco ha rilanciato la questione dell’odioso comportamento di chi usufruisce dei parcheggi per disabili pur non avendone diritto; fino all’altro rappresentante del sodalizio “Specialmente Preziosi”, Vincenzo Chiodo, che in sella alla sua carrozzina si è mostrato propositivo, comprensivo e disponibile, evidenziando i passi in avanti compiuti negli ultimi anni in materia di barriere architettoniche e invitando l’amministrazione comunale e la cittadinanza a partecipare, il prossimo 3 ottobre, in occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità, all’evento di sensibilizzazione che si terrà in piazza Valsesia.

Più acceso l’intervento di un’altra persona particolarmente sensibile all’argomento “Peba e dintorni”, e non poteva essere altrimenti visto che Domenico Trombetta è stato il primo a parlarne in città. Il paladino dei diritti dei disabili, come sempre attento e vigile, non intende abbassare la guardia in tema di barriere e inciviltà. «Basta proclami, è il momento di fatti concreti», ha auspicato a gran voce Trombetta ricordando gli impegni presi negli ultimi anni e ribadendo un concetto più volte espresso: «Le attività commerciali non accessibili andrebbero chiuse!». E per finire il botta e risposta con il vicesindaco Richichi sulla questione dell’accesso al piano superiore del palazzo municipale. Di accessibilità con assistenza Trombetta non ne vuol proprio sapere, a maggior ragione di fronte a un ascensore che «è un montacarichi, e noi diversamente abili non siamo dei pacchi postali. Abbiamo speso tanti soldi per spostarci in carrozzina ed essere indipendenti, ma il problema continua a restare irrisolto – la sintesi dell’intervento di Trombetta – nonostante l’approvazione di una apposita delibera di giunta».

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