VILLA SAN GIOVANNI. Autoporto, partita ancora aperta: Idv e Pd si appellano al commissario

21 Novembre 2017
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Molinari e Morabito

VILLA SAN GIOVANNI – Il “polmoncino” di stoccaggio? Non esiste più. A sostenerlo, carte alla mano e «senza voler fare polemiche», è Antonio Morabito, responsabile cittadino di Italia dei Valori.

Il chiarimento, che di fatto smonta la tesi  fin qui portata avanti dalla maggioranza “LeAli per Villa” circa il completamento dell’area di sosta più piccola finanziata dall’ex Decreto di emergenza ambientale, è arrivato ieri mattina nel corso di una conferenza stampa al Centro Baden Powell. Un incontro per fare chiarezza sul tema, ma anche e soprattutto per sensibilizzare e sollecitare chi di dovere a inoltrare una richiesta ufficiale di proroga del finanziamento di 11 milioni di euro a suo tempo concesso al Comune di Villa San Giovanni per la realizzazione di opere importantissime come il polmone di stoccaggio e il molo di sottoflutto.

A dare manforte all’appello per salvare i fondi, rivolto principalmente al commissario Vittorio Saladino, oltre ai  vertici nazionale e metropolitano di Idv, rispettivamente il senatore Francesco Molinari e Oreste Arconte, ci sono anche l’avv. Angela Marcianò, della segreteria nazionale del Partito democratico, e i consiglieri comunali Mimmo Aragona (Impegno in Comune) e Lina Vilardi (Pd). Un parterre partitico-istituzionale pronto alla lotta: «Una battaglia che dobbiamo fare tutti, quella di riuscire a portare questi temi al tavolo del governo», sprona Morabito ricevendo la piena disponibilità sia del senatore Molinari (che ha pronta un’altra interrogazione su Villa) sia dell’ex della giunta Falcomatà. Se il parlamentare Idv è ormai di casa a Villa, particolarmente significativa è stata la presenza di Angela Marcianò e di buon auspicio l’interesse da lei mostrato per le sorti del polmone di stoccaggio, opera sulla quale ha chiesto e ottenuto tutte le delucidazioni del caso.

Il rischio di veder sfumare i fondi si materializzerebbe in caso di mancato completamento delle opere entro il 31 dicembre 2017. Un rischio bello grosso, dunque. Perché, ovviamente, è impensabile che gli interventi possano essere ultimati entro la fine di quest’anno. Tuttavia la partita sembra ancora aperta e bisogna giocarla fino in fondo. Tentando il tutto per tutto. Il primo passo da fare è attivarsi immediatamente affinché quei soldi restino nelle casse comunali e, contemporaneamente, concentrarsi su quella che appare l’opera chiave da portare a termine: il polmone di stoccaggio grande (26 mila mq in località Castelluccio) e, quindi, l’autoporto pensato come area di sosta per far respirare la città liberandola da traffico e inquinamento.

Se da un lato l’ex giunta Richichi prima e la maggioranza e il commissario Saladino poi hanno concentrato le proprie energie sul polmone piccolo (8,5 mila mq), dall’altro ecco oggi venire alla luce il progetto definitivo del polmone di stoccaggio grande consegnato il 5 marzo 2012 dai progettisti di Anas alla Prefettura con tanto di nulla osta della Protezione Civile. Un progetto che, correggendo il precedente, ha cancellato il polmone piccolo disegnando «un vero e proprio autoporto sul modello di Brescia Est», spiega il fautore della modifica Antonio Morabito (all’epoca nello staff del sindaco Rocco La Valle, ndr) evidenziando i contributi offerti al progetto dal prof. della Mediterranea Francesco Russo, oggi assessore regionale, e dalle associazioni degli autotrasportatori.

Un progetto definitivo sulla cui esistenza la minoranza si è sentita più volte rispondere picche, ma che invece esiste e attende soltanto di divenire esecutivo per poter essere appaltato nei tempi tecnici necessari. Da qui l’impellenza di chiedere e ottenere la proroga del finanziamento, obiettivo per il quale si confida nella bontà dell’azione amministrativa e nel senso di responsabilità del commissario Saladino.

Adesso che è “spuntato” il progetto definitivo dell’opera, portato al tavolo della conferenza di Idv e illustrato per grandi linee a stampa e cittadini, viene difficile immaginare che chi detiene le redini di palazzo San Giovanni possa non tenere conto dello stesso. «Un progetto – sottolinea il senatore Molinari auspicando comunque un confronto sul tema – che guarda alla risoluzione dei problemi concreti, con un’idea che sembra la migliore per risolvere i problemi del traffico e dell’inquinamento».

Francesca Meduri

 

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