La mamma di un bambino autistico scrive al governatore Oliverio: «I nostri figli sono invisibili, chiediamo aiuto»

9 Agosto 2017
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Scrive al governatore chiedendogli di essere ascoltata e aiutata Angela Villani, madre di un bambino autistico di 4 anni. Un grido d’appello, quello rivolto a Mario Oliverio, affinché la massima istituzione calabrese si attivi concretamente a sostegno dei bambini autistici e delle loro famiglie. «Gentilissimo Presidente – inizia così la lettera – mi chiamo Angela Villani, sono mamma di Matteo, un bimbo di anni quattro, affetto da disturbi dello spettro autistico, gioia infinita di mamma e papà. Le scrivo questa lettera nella speranza che la mia voce, unitamente a quella di tanti altri genitori, possa essere non solo ascoltata ma soprattutto sostenuta da risposte concrete. Per un genitore – prosegue la donna – ricevere la diagnosi di autismo  del proprio piccolo è come affrontare un “terremoto di emozioni”, non solo anche i disagi infiniti a causa del totale abbandono delle istituzioni. Vorrei poter esprimere con parole quello che ho nel cuore, per far comprendere la vita dei nostri bimbi  delle famiglie, che si dedicano completamente, perché ci vuole tanto amore, energia e tanta disponibilità economica per affrontare le terapie comportamentali, che coinvolge soprattutto l’istruzione dei genitori, un lavoro complesso, che ti cambia la vita, ma per amore di un figlio si rinuncia a tutto. Siamo soli in questo percorso, i nostri bimbi sono invisibili. Mi domando – si interroga Angela Villani – perché un bimbo autistico deve pagare la terapia? Non è forse un diritto della Costituzione essere sostenuti?  Sono state approvate le nuove LEA, normative che riconoscono tutti i diritti, ma non ancora attuate dalla nostra regione. Vorrei che chi occupa le varie mansioni politiche trascorresse un giorno nelle nostre famiglie per poter comprendere. Vorremmo essere sostenuti con concreti aiuti, con operatori specializzati nel difficile percorso di vita che dobbiamo affrontare giorno dopo giorno, un diritto per i nostri figli. Spero che lei possa ascoltare la voce dei nostri bambini, – conclude la madre di Matteo – perché nelle mie parole sono racchiuse tutte le loro richieste. La ringrazio e confido in una risposta concreta».

 

 

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