CAMPO C. Utilizzo e gestione dei locali comunali, Crupi e Spezzano ancora a braccetto con l’opposizione: ecco la loro richiesta

23 Febbraio 2017
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CAMPO CALABRO – “Regolamento per l’utilizzo e la gestione dei locali di proprietà comunale”. È l’oggetto della proposta di deliberazione del consiglio comunale avanzata da Vincenzo Crupi, Sandro Repaci, Pasquale Spezzano e Francesco Santoro. Un’iniziativa che, al di là dell’importanza del tema, non passa inosservata visto che, ancora una volta, la minoranza e una parte della coalizione di governo vanno a braccetto. Se verso le prossime elezioni amministrative, lo si vedrà e anche molto presto. I due rappresentanti dell’opposizione, Repaci e Santoro, e due esponenti della maggioranza, Crupi e Spezzano, trovandosi nuovamente in sintonia, hanno richiesto la convocazione di una seduta consiliare con all’ordine del giorno un punto relativo all’anzidetta proposta, chiedendo altresì la diffusione audiovisiva del civico consesso. Nell’occasione, almeno per quanto previsto dal regolamento del consiglio comunale,  è probabile venga trattata anche l’interrogazione presentata  dalla minoranza sui lavori della strada del Forte Umbertino Pignatelli.

Ed ecco la relazione illustrativa sulla proposta: «Il Comune di Campo Calabro – esordiscono – è proprietario di numerosi locali e spazi ove è possibile svolgere, oltre alle attività proprie cui sono destinati, attività in favore della crescita sociale, culturale, politica e morale della comunità campese .

Ne sono prova le numerose richieste che annualmente vengono effettuate da gruppi, associazioni, cittadini riuniti spontaneamente, società, sindacati, movimenti, partiti per ottenere l’utilizzo di detti locali e/o spazi .

Non si può non rilevare l’incertezza e la confusione , in materia della concessione degli stessi, generata dall’assenza di precise norme regolamentari per la richiesta e la concessione dei locali, norme delle quali si sono doverosamente  dotati praticamente tutti i comuni italiani .

Al di là dei codici e delle leggi, la riflessione è ben più ampia, ed attiene non alle norme amministrative ma ad una dimensione civica  più complessa . Il patrimonio edilizio comunale, ferme restando le disposizioni di legge in materia di utilizzo, è dei cittadini o degli amministratori? A questa domanda – continuano i 4 consiglieri comunali –  non possono rispondere le leggi. Deve rispondere la politica . Meglio, possono gli amministratori in prima persona disporre a loro piacimento e senza alcuna regola dell’utilizzo dei locali , derogando in maniera pesante dal principio oramai consolidato della separazione fra politica e gestione amministrativa?

La concessione di uno spazio o di un locale è semplice fatto amministrativo stabilito da regole valide per tutti o fatto “politico” nel quale prevalgono le semplici valutazioni, mai peraltro formalizzate dagli amministratori , che talvolta sfociano, al di la delle fantastiche ricostruzioni a posteriori prestate per l’occasione, in veri e propri arbitri?

Il dibattito politico, la crescita culturale, l’aggregazione sociale svolte in luoghi pubblici  sono cose sulle quali  può essere esercitato un  giudizio ,arbitrario di per se stesso  a prescindere dall’esito, assunto da singoli in base a non si sa quale metro di valutazione.

A tal fine  – spiegano  e concludono Crupi, Repaci, Spezzano e Santoro – abbiamo redatto una proposta di  REGOLAMENTO PER L’UTILIZZO E LA GESTIONE DEI LOCALI DI PROPRIETÀ COMUNALE , al fine di disciplinare una volta per tutte la materia . Nella sua redazione abbiamo attinto a regolamenti della medesima materia redatti da numerosi comuni di dimensioni consimili a quelle di  Campo Calabro,contestualizzando i singoli articoli.

Questi i  principi ispiratori dell’articolato: favorire, e non ostacolare, l’utilizzo dei locali e spazi di proprietà comunale per la crescita culturale, sociale, politica, etica della comunità campese ; individuare la responsabilità della concessione negli uffici, come è giusto ,sulla base di norme precise approvate dal Consiglio Comunale; distinguere fra l’utilizzo saltuario  gratuito quello continuativo rendendo “onerosi” gli utilizzi non saltuari; disciplinare separatamente l’utilizzo della sala delle Adunanze del Consiglio Comunale; precisare diritti ed obblighi dei concessionari».

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