CALANNA – “Piccoli numeri per una grande accoglienza”. E’ racchiuso in questa frase il progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) sposato dal Comune di Calanna e illustrato alla cittadinanza nell’ex scuola media di Villamesa, alla presenza di autorità civili, militari e religiose.
A presiedere l’incontro il sindaco calannese Domenico Romeo, in nome dell’amministrazione comunale, e Mariangela Maugeri, responsabile tecnica della Coop ProAlter2000, ente gestore del progetto, accompagnata dall’equipe multidisciplinare che si occuperà della presa in carico dei 15 beneficiari che saranno ospitati.
Anche Calanna entra così a far parte della rete dei Comuni Sprar rispondendo all’appello lanciato dal presidente dell’Anci Piero Fassino che più volte, in quest’ultimo anno, ha rimarcato come in questi mesi si sta affrontando un passaggio estremamente delicato, che definirà come l’Italia intende posizionarsi in futuro rispetto alla tematica dei flussi migratori.
La piccola realtà di Calanna si schiera dunque in prima linea dalla parte dell’accoglienza diffusa ed integrata dei richiedenti asilo e rifugiati, insieme ad altri 800 comuni già coinvolti nella rete e grazie ai quali ad oggi vengono accolte circa 30 mila persone su tutto il territorio nazionale: donne, uomini e bambini in fuga da guerre e persecuzioni e provenienti da diverse parti del mondo e ai quali il progetto Sprar offrirà gli strumenti necessari per (ri) conquistare la propria autonomia, nell’ottica di un percorso condiviso di inclusione sociale che superi la logica dell’assistenzialismo fine a se stesso, a favore di un modello di accoglienza alternativo, che metta al centro il protagonismo di tutti gli attori coinvolti.
Accoglienza materiale, assistenza sanitaria, orientamento legale, formazione al lavoro e formazione linguistica saranno i principali servizi erogati dal progetto, insieme alle attività interculturali che verranno organizzate coinvolgendo la popolazione locale. Il valore aggiunto del modello Sprar deriva infatti proprio dalla collaborazione coi territori, fondamentale per avviare percorsi virtuosi sia sulle persone accolte che sulla popolazione residente. Sono tanti e vari gli esempi, in tutta Italia, di piccoli Comuni che hanno compreso quanto l’ospitalità dei migranti possa cambiare il tessuto sociale e salvare molte terre dallo spopolamento o dall’abbandono. f.m.
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