Occuparsi di politica significa occuparsi di fatti concreti, altrimenti il rischio è che tutto si risolva nella predisposizione di programmi elettorali che tali rimangono, mentre ci sono difficoltá concrete che appartengono al vivere quotidiano dei cittadini.
Sotto questo punto di vista, il danno provocato dalla soppressione del presidio di giustizia di prossimitá, rappresentato dal Giudice di Pace di Villa San Giovanni, ci sembra sia unanimemente riconosciuto, così come è ormai noto l’esiguo sforzo economico richiesto all’Ente locale, per mantenere in vita un Ufficio sulla cui utilitá non vi sono, e non potevano esservi, dubbi di nessuna natura.
Oggi, quindi, che il Parlamento in fase di conversione della legge n. 11/2015, il cosiddetto Decreto Milleproroghe, ha restituito ai Sindaci la possibilitá di richiedere, entro il 30 luglio prossimo, la riapertura dell’ufficio soppresso, sono caduti tutti gli alibi, anche quelli relativi ad una approssimativa valutazione sui costi che, com’è noto, ricadono interamente sui Comuni, anche consorziati e anche in Unione.
Ovviamente, si parla di costi che riguardano solamente le spese di mantenimento delle strutture e del personale amministrativo, cui si potrá far fronte con dipendenti comunali, mentre il Giudice vero e proprio resterá a carico del Ministero della Giustizia.
È una opportunitá importante da non sciupare in dispute nominaliste e su primogeniture, non solo per l’importante servizio offerto alle popolazioni locali che oggi sono costrette a recarsi a Reggio Calabria per chiedere giustizia, con le negative ricadute per gli spostamenti, giá resi difficili dalla presenza di un trasporto pubblico locale di pessima qualitá, ma anche per le ricadute in termini di indotto che tale Ufficio ha, sino a pochi mesi addietro, generato.
Non serve annunciare, in questa sede il superfluo, cioè che in caso di vittoria nessun dubbio che ci faremo carico di questa incombenza, richiedendo immediatamente la reintroduzione dell’Ufficio Giudiziario. Tuttavia questo non è sufficiente, per le implicazioni che avrá una scelta del genere, che non può essere affidata al singolo.
Per questo facciamo appello agli altri candidati, affinchè assumano chiaramente un impegno, in favore o, legittimamente, contro l’ipotesi di chiedere la riapertura dell’Ufficio del Giudice di Pace, che non dovrebbe trovare, a quanto si dice in alcuni programmi, alcuna difficoltá da parte dei Comuni vicini, con i quali si lavora giá in sinergia. Una simbiosi destinata ad infittirsi se non si vuole rimanere fuori dalle scelte che riguarderanno la nascente Cittá Metropolitana.
Cittadini Responsabili – Comunità
Il Candidato a Sindaco
Silvia LOTTERO
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