Un uomo, un vulcano e nessuna protezione.
A metà novembre Claudio Lombardo, laureato in Psicologia e Scienze dell’Alimentazione, si prepara a compiere qualcosa che nessuno ha mai affrontato in questo modo: salire l’Etna scalzo, partendo dal versante nord, il più freddo, selvaggio e imprevedibile del vulcano.
Da anni Lombardo vive in Alto Adige, dove si allena e sperimenta sulle montagne alpine discipline di resistenza naturale, esposizione al freddo e corsa scalza in alta quota.
È proprio da questa esperienza, maturata in anni di pratica, che nasce il Barefoot Alpine Running, di cui Lombardo è l’ideatore: una disciplina estrema che unisce corsa in montagna scalzo, resistenza al freddo e allenamento con zavorra, per mettere alla prova corpo e mente quando ogni barriera tra uomo e natura viene eliminata.
Niente scarpe, nessuna protezione: solo il contatto diretto con l’ambiente e un abbigliamento essenziale – spesso solo pantaloncini – per lasciare il corpo libero e completamente esposto agli elementi.
Il percorso scelto attraversa colate laviche irregolari, lapilli taglienti e pendenze ripide, fino a oltre 3.300 metri di quota, dove in novembre le temperature scendono sotto lo zero e il vento freddo può tagliare la pelle come una lama.
Lombardo affronterà tutto scalzo, con zaino zavorrato e una preparazione mentale mirata, in una prova che è insieme fisica, psicologica e scientifica.
«Il Barefoot Alpine Running – spiega – è un modo per capire fino a dove può arrivare l’uomo quando non ha più nulla a separarlo dalla natura. È ascolto, adattamento, libertà».
La sfida sull’Etna sarà documentata passo dopo passo, come parte di un progetto dedicato allo studio dell’adattamento umano estremo, tra fisiologia, mente e contatto diretto con l’ambiente.
Un viaggio nel cuore del vulcano e dentro sé stessi, dove il contatto con la natura diventa una sfida e un ritorno all’essenza.
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