di FRANCESCA MEDURI
C’è forse qualcosa che non torna nelle dinamiche di rappresentanza del Codacons provinciale di Reggio Calabria. L’associazione, che dovrebbe teoricamente operare a tutela dei diritti dei consumatori in tutta la provincia – 97 comuni in totale – sembra invece avere un pensiero fisso: Villa San Giovanni.
Non è una provocazione, ma un dato di fatto. Chi segue le attività pubbliche del Codacons reggino avrà notato una tendenza quantomeno curiosa: quasi ogni comunicato, denuncia o segnalazione riguarda esclusivamente il Comune di Villa San Giovanni, come se altrove tutto funzionasse alla perfezione. I disservizi segnalati, le presunte “magagne”, le richieste di intervento: tutto ruota intorno a quel tratto di costa sullo Stretto.
Che Reggio Calabria – il capoluogo di provincia e sede di innumerevoli problemi annosi sul fronte dei servizi pubblici, dei trasporti, dell’ambiente e dell’amministrazione – non riceva nemmeno lontanamente la stessa attenzione, è a dir poco sorprendente. Per non parlare degli altri comuni della Città Metropolitana: 96 territori quasi invisibili agli occhi di un’associazione che dovrebbe, per missione, essere equamente attenta a tutti.
È vero che qualche tempo fa era stata aperta una sede del Codacons proprio a Villa San Giovanni. Ma basta questo a spiegare un tale squilibrio di interesse e attenzione? È normale che un’associazione “provinciale” si trasformi di fatto in un monologo cittadino? È corretto che un solo comune sembri essere il centro di ogni osservazione critica, lasciando intuire che nel resto della provincia i consumatori non abbiano nulla da denunciare?
Le domande sorgono spontanee. Nessuno mette in discussione il diritto – e il dovere – di segnalare problemi laddove ci siano, ma la quasi totale assenza di riferimenti ad altre realtà provinciali appare quantomeno sospetta. Se davvero Villa San Giovanni è l’unico luogo con criticità degne di nota, significa che siamo di fronte a un caso unico in Italia. Ma se così non fosse, allora forse sarebbe opportuno chiedersi perché gli occhi del Codacons siano così ostinatamente puntati solo lì.
In tempi in cui la fiducia dei cittadini verso le istituzioni è già fragile, anche le associazioni che si propongono di difendere i diritti di tutti dovrebbero ricordare che l’equilibrio e la trasparenza sono fondamentali. E forse, nel caso del Codacons reggino, qualche spiegazione in più sarebbe opportuna.
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