VILLA SAN GIOVANNI – L’amministrazione comunale e l’intera maggioranza consiliare esprimono preoccupazione per l’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto da parte del CIPESS (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile). Il principale motivo di apprensione è legato agli espropriandi, ovvero i cittadini coinvolti dalle procedure espropriative.
«L’approvazione del CIPESS potrebbe segnare l’inizio delle procedure di esproprio che il consiglio comunale di Villa San Giovanni ha chiesto sia sospeso fino all’approvazione del progetto esecutivo» afferma l’amministrazione.
L’amministrazione chiarisce che prima di esprimere una posizione definitiva sarà necessario leggere il deliberato del CIPESS. Tuttavia, sottolinea come, alla luce delle molte osservazioni e obiezioni presentate in tutte le sedi competenti, «ci aspettiamo che la richiesta di sospensione della pubblica utilità – e dunque della fase di avvio delle procedure di esproprio – venga accolta».
Le preoccupazioni per la città
Oltre alla questione degli espropri, emerge una seconda grande preoccupazione: l’impatto che il progetto avrà sull’intera città. L’amministrazione ribadisce di non conoscere i dettagli delle proposte discusse nel tavolo di oggi, anche se specifica che «sono proposte partite da quest’amministrazione e dal consiglio comunale di Villa San Giovanni a tutela della città».
Il dissenso rispetto al progetto definitivo già approvato è netto e costante: «È chiaro che abbiamo sempre espresso una contrarietà a questo progetto definitivo approvato: continuiamo a ritenere che tutta la fase degli studi da noi richiesta dovesse essere anticipata perché solo questo avrebbe potuto dare alla comunità la serenità con la quale deve affrontare una fase molto delicata nei prossimi anni».
Un passaggio particolarmente forte del comunicato evidenzia il timore per il futuro stesso della città: «Non può sfuggire che qui si gioca la sopravvivenza della città di Villa San Giovanni: un cantiere che impatta l’intero territorio comunale dividendolo in due parti, un cantiere rispetto al quale la città non è oggi preparata».
Le richieste rimaste ancora senza risposte
Il Comune ricorda di aver già chiesto – ponendole come prescrizioni – alcune opere preliminari. Tuttavia, ad oggi, non risulta chiara la portata dell’accordo di programma firmato recentemente con ANAS e RFI, né il contenuto dello stesso.
«Abbiamo appreso dalla stampa, però, che la fase propedeutica all’apertura del vero e proprio cantiere prevede due anni di lavorazioni funzionali e preliminari allo stesso».
La domanda che l’amministrazione pone è precisa: saranno sufficienti questi due anni per preparare adeguatamente la città, così come richiesto dal consiglio comunale? E soprattutto: tutte le richieste rappresentate dalla città verranno realmente accolte?
La priorità resta la tutela della comunità
L’amministrazione ribadisce con forza la propria linea di condotta: «Oggi non possiamo fare altro che ribadire quanto detto in questi lunghi mesi: la tutela della città viene prima di tutto e per essa abbiamo creato i presupposti e abbiamo posto in essere quelle azioni necessarie a difendere gli interessi collettivi e, per primi, i diritti degli espropriandi».
Infine, il Comune auspica massima trasparenza e condivisione da parte degli enti centrali prima della definizione finale degli atti: «Ci aspettiamo che, prima ancora della bollinatura della Corte dei Conti sugli aspetti finanziari ed economici, l’ente riceva sia l’accordo di programma sia il deliberato CIPESS per potersi adeguatamente preparare a ciò che nei prossimi mesi avverrà in città. Solo così si potrà affrontare ogni fase con i poteri che la legge riconosce ad un ente territoriale, solo ed esclusivamente a garanzia della democrazia e nell’interesse dei cittadini».
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