VILLA SAN GIOVANNI – Sono numerose le amministrazioni comunali calabresi che stanno esprimendo solidarietà all’amministrazione di Villa San Giovanni, dopo il grave atto intimidatorio che ha colpito la città: un escavatore, appartenente alla ditta impegnata nei lavori sul torrente Santa Trada, è stato dato alle fiamme in un chiaro gesto di matrice dolosa.
Un attacco alla città e alla comunità intera, come spesso accade in episodi di questa natura. I primi a reagire, con forza e indignazione, sono stati gli amministratori comunali villesi, a partire dalla sindaca Giusy Caminiti. I loro post sui social, ripresi dai primi articoli online, hanno subito lanciato un messaggio inequivocabile: Villa non ci sta!.
Dalla sindaca Caminiti uno sfogo accorato e fermo: «LA CITTÀ NON SI TOCCA! Sono arrabbiata e schifata di dovermi trovare, di nuovo, sconvolta di fronte alle fiamme! Confidiamo, come sempre, nel lavoro delle forze dell’ordine e degli inquirenti. Grazie ai Carabinieri per essere stasera intervenuti nel cantiere di Santa Trada prima di subito. Grazie ai Vigili del Fuoco che hanno evitato il peggio. Villa San Giovanni non è e mai sarà questo: MAI!!! E adesso sì che deve esserci indignazione e vergogna: questi sono i gesti che vogliono una vera Comunità unita e compatta»
Il vicesindaco Ada Pavone ha sottolineato con amarezza la gravità del gesto: «Concordo… questo è davvero il giorno della vergogna! Chiunque dovrebbe indignarsi profondamente per quello che è successo stasera e spero che il rumore si senta per questo. Parole, gesti, post… che si dia voce al profondo malessere che DEVE pervadere ogni persona perbene della Città. Ci sono stati silenzi assordanti davanti ad altre fiamme, la speranza è che questa volta la voce si alzi per dire NO. No a questo volto della Città, che non è il nostro e non ci appartiene. Non appartiene certamente alla tanta gente onesta che saprà urlare che non ci sta».
Anche l’assessore Ruggero Marra ha voluto richiamare l’attenzione sulle ferite storiche e sociali della città: «Ieri ho letto che qualcuno affermava che lo spostamento della statua di Cannitello fosse la pagina più buia vissuta dalla nostra comunità. Il mezzo di cantiere dato alle fiamme ieri sera ci ricorda quali sono le vere piaghe di questa terra. Una terra che ha avuto una sanguinosa guerra di ‘ndrangheta che, oltre a fare morti e feriti, ha modificato il tessuto sociale ed economico della nostra città e chi fa finta di non vedere o non sapere è complice di quel sistema. Villa San Giovanni ha subito tante umiliazioni: scioglimenti, arresti, corruzione dilagante, abusivismo edilizio che ha stuprato il territorio, vecchi e nuovi ‘ndranghetisti che si sentono padroni della città. Villa San Giovanni non ha bisogno di chi parla alla pancia della gente per recuperare consenso, non ha bisogno di odio quotidiano che divide la nostra comunità. Villa San Giovanni ha bisogno di cambiare e rimettere al centro i problemi degli ultimi, dei giovani che devono abbandonare questa terra, di chi con tenacia resta per cambiare lo stato delle cose. Villa San Giovanni è una città libera e viva che non si piega e che non tornerà indietro per nessun motivo. Adesso è tempo di guardare avanti e costruire la città del futuro. Una città dove non c’è spazio per chi ha il solo interesse di utilizzare la nostra comunità per i propri interessi personali».
Infine, il consigliere Giuseppe Cotroneo ha lanciato un appello all’unità e alla resilienza, anche di fronte alla violenza: «Si dice spesso che certe cose non cambieranno mai, ma se veramente ci si vuole ribellare allora le persone perbene devono stare insieme e lottare, lottare per ciò che è giusto, per ciò che è bello! In un’era dove l’odio e il linguaggio violento regna sovrano, davanti certe bestialità, bisogna rispondere con il sorriso e la determinazione. Purtroppo non è la prima volta e, probabilmente, non sarà nemmeno l’ultima. Ma lo spirito di servizio che ci contraddistingue dal primo giorno non viene e non verrà scalfito certo da questa che, definirla bassezza, sarebbe riduttivo. Bisogna continuare a seminare amore, cercando di evitare di veicolare odio e rancore, e aspettare perché i sentimenti positivi hanno bisogno di essere coltivati con molta molta pazienza. Stare dalla parte GIUSTA, richiede sacrificio e resilienza, ma tra ciò che è giusto e ciò che è facile sceglieremo sempre ciò che è giusto».
(f.m.)
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