Prosegue il dibattito civico a Cannitello attorno alla decisione dell’amministrazione comunale di spostare l’effige di San Giovanni Paolo II, collocata al centro della rotatoria nell’omonima piazza. Nei giorni scorsi è stata ufficialmente presentata una proposta alternativa che mira a evitare lo spostamento del manufatto religioso, simbolo identitario del quartiere, optando invece per interventi mirati di sicurezza stradale.
A farsi portavoce dell’iniziativa è stato il presidente del circolo locale di Fratelli d’Italia, Antonio Messina, affiancato dal coordinatore cittadino di Forza Italia Daniele Siclari e da Francesca Anastasia Porpiglia, già referente della Lega. I tre esponenti politici, in rappresentanza dei rispettivi partiti e dei coordinamenti cittadini, hanno formalmente sottoposto la proposta al sindaco, al presidente del Consiglio comunale, al gruppo consiliare “Città in movimento”, al dirigente dell’ufficio tecnico e al comandante della Polizia Locale.
La proposta: sicurezza senza rimuovere la statua
L’alternativa proposta prevede l’istituzione di una “zona 30” – ovvero un limite massimo di velocità a 30 km/h – lungo le vie che convergono nella piazza: Via Vittorio Emanuele II, Via Cavour, Via del Pescatore e il tratto del Lungomare Cenide e Fata Morgana. Oltre alla nuova segnaletica, si suggerisce il potenziamento di quella esistente, l’installazione di dossi artificiali, bande rumorose e limitatori di velocità, nonché il miglioramento dell’illuminazione pubblica nelle aree interessate.
Il tutto, spiegano i promotori, sarebbe conforme al Codice della Strada e garantirebbe condizioni di sicurezza senza dover rimuovere la statua, che secondo molti cittadini ha assunto un forte valore simbolico, storico e sociale. A sostegno della proposta, è stata già avviata una raccolta firme che ha raccolto numerose adesioni.
I dubbi sulla delibera comunale
Nella proposta si sottolinea inoltre come, ad oggi, manchino valutazioni tecniche dettagliate da parte dell’ufficio tecnico comunale e del comando di Polizia Locale che giustifichino la rimozione dell’effige. Il parere tecnico finora prodotto – si legge nel documento – non indica in modo specifico che la statua costituisca un pericolo immediato per la circolazione. Si limita piuttosto a richiamare la necessità di valutazioni approfondite in base alla conformazione delle strade, al traffico e ad altri fattori.
Una mancanza che, secondo i firmatari della proposta, rende di fatto non esecutiva la delibera di Giunta Municipale n. 136 del 16 maggio 2025. Nessun report sugli incidenti stradali nella zona sarebbe stato finora fornito come supporto alla scelta dell’Amministrazione.
Meno costi, più ascolto
Un ulteriore punto di forza della proposta riguarda l’aspetto economico. I promotori sottolineano come l’adozione della “zona 30” rappresenterebbe una soluzione decisamente meno onerosa rispetto allo spostamento dell’effige, permettendo un risparmio di risorse pubbliche da destinare ad altri interventi di interesse collettivo.
«Non abbattiamo statue, non alziamo muri»
I rappresentanti dei tre partiti auspicano ora un ripensamento da parte dell’amministrazione, che tenga conto delle voci dei cittadini e delle associazioni locali. «La nostra proposta nasce dal basso e ha l’obiettivo di migliorare realmente la sicurezza stradale – si legge nel comunicato – senza rinunciare ai simboli che fanno parte dell’identità del nostro territorio. Speriamo che non si arrivi ad abbattere statue o ad alzare muri, che rischierebbero di creare fratture irreversibili nella nostra comunità».
Resta ora da capire quale sarà la risposta dell’Amministrazione comunale e se sarà aperto un tavolo di confronto tecnico e politico per valutare concretamente questa proposta alternativa. In un contesto in cui il dialogo con la cittadinanza appare sempre più centrale, la vicenda dell’effige di San Giovanni Paolo II rischia di diventare il simbolo – nel bene e nel male – di come la gestione del patrimonio urbano possa influire profondamente sul tessuto sociale.
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