Scuola Pezzo, il Codacons attacca: «Vergogna amministrativa»

7 Marzo 2025
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Condemi: «Scuola Don Milani, diritto allo studio sacrificato sull’altare dell’approssimazione»

VILLA SAN GIOVANNI – «Più di quattro generazioni studentesche private della scuola, 12 anni di tribolazioni, 900 mila euro e due appalti fanno da sfondo ad una situazione cervellotica, priva di logica e le responsabilità politiche evidenti che emergono dagli atti pubblicati proprio in questi giorni». Così il Codacons provinciale di Reggio Calabria, con la sua responsabile avvocato Antonia Condemi, interviene sulla vicenda della scuola elementare (e non media, come erroneamente scrive la stessa associazione nel comunicato giunto alla redazione di Villaedintorni) “Don Milani” del quartiere Pezzo.

Condemi attacca a muso duro, per una questione che «è – sostiene –  la rappresentazione plastica di una vergogna amministrativa che meriterebbe un serio approfondimento e l’accertamento delle responsabilità. L’ultimo, al momento, atto di questo pasticcio amministrativo iniziato nel 2012 è dato da una Determinazione dell’Ufficio Tecnico, la nr. 101 del 26.02.2025, nella quale vengono alla luce particolari inediti ed inquietanti che lasciano l’amaro in bocca soprattutto ai genitori, passati e presenti, che hanno visto i loro figli sballottati prima nella scuola di Cannitello, costretti al pagamento dello scuolabus, poi in un immobile di Metrocity assolutamente inadeguato. Nel 2012 Il progetto per l’adeguamento sismico era stato avviato con un finanziamento di 415 mila euro della Regione Calabria e ritualmente erano stati indicati progettista, direttore dei lavori e collaudatore ed era stata anche indicata l’impresa che avrebbe dovuto realizzare i lavori stessi. Poi nel 2016 le dimissioni del Direttore Lavori per motivi personali, sostituito da altro tecnico mentre una «serie di impedimenti che hanno portato a cospicui ritardi nell’esecuzione delle opere con conseguente emissione di più ordini di servizio nei confronti dell’impresa da parte dei direttori dei lavori che si sono avvicendati e del responsabile del procedimento».

«Nel 2017 il Comune – ricorda ancora il Codacons –  esercitava il diritto di recesso in danno dalla ditta esecutrice, a seguito del quale la stessa ditta proponeva una risoluzione transattiva che portava alla ultimazione dei lavori alla data del 3 giugno 2022 ma che la ditta comunicava con pec 9 marzo 2023. Ed anche su questo non è dato sapere in che modo, nel 2022, la ditta abbia comunicato la fine dei lavori ma non la chiusura del cantiere. Nel frattempo il neo assessore ai lavori pubblici, a cantiere ancora aperto, effettuava un sopralluogo “rilevando” una struttura scolastica a suo dire vandalizzata e impegnava altri 450 mila euro della Regione Calabria in un nuovo appalto senza che mai nessuno avesse a chiedersi se il precedente fosse stato concluso. Ma siamo veramente alla follia: Il 5 agosto del 2024 la ditta impegnata nel primo appalto diffidava l’ente invitandolo ad interrompere qualsiasi lavorazione invitando il Comune ad emettere il verbale di consegna lavori e alla regolarizzazione dei pagamenti residui. Atti che avrebbero dovuto essere redatti dal Direttore dei Lavori che il Comune però non aveva mai provveduto a sostituire, nonostante sul cantiere ancora aperto vi fosse un altro cantiere con un altro direttore progettista-direttore dei lavori, casualmente collega di studio dell’assessore. Solo dopo la diffida della impresa, il 27 agosto 2024 e con un ritardo di più di 8 anni, il Comune avviava il procedimento di revoca del direttore dei lavori, senza peraltro sostituirlo, che si concludeva col provvedimento del 26 febbraio 2025 dove emergono accentuati quei salti logici, l’approssimazione, la confusione e le risorse economiche sprecate ma soprattutto la tristezza per molti ragazzi cui è stata scippata la serenità di una scuola di prossimità che sta ancora accumulando ritardi».

«Un ritardo pesantissimo – accusa infine Condemi – che grava sull’attuale compagine amministrativa per errori e inadempienze e per la cifra, quasi un milione di euro spesi, di cui la Regione ora giustamente chiede conto, i disagi provocati ai ragazzi e alle famiglie. Ritardo che non sono né possono essere privi di responsabilità e per questo il CODACONS vuole vederci chiaro».

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