I sindaci di Calanna e Laganadi al prefetto: «Stranezze e anomalie nelle liste elettorali di “Liberi di ricominciare”»

24 Giugno 2022
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I due primi cittadini di Calanna e Laganadi, Domenico Romeo e Michele Spadaro, hanno trasmesso al Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, un’informativa scritta di loro pugno nella quale mettono in evidenza alcune presunte anomalie nelle condotte e nella composizione delle liste alle ultime elezioni amministrative nei Comuni di Calanna e Laganadi.

Di seguito la lettera integrale:

 

Sua Eccellenza,

La presente per portarLa a conoscenza di alcuni episodi e condotte che, a nostro avviso, meritano la Sua attenzione ed una valutazione approfondita.

A proclamazione avvenuta, quindi senza il rischio di alterare in alcun modo gli umori dell’opinione pubblica, in qualità di neo riconfermati Sindaci di Calanna e Laganadi ci preme segnalare con fermezza e preoccupazione alcuni aspetti controversi che hanno caratterizzato le liste civiche presentate in entrambi i Comuni per concorrere alle ultime elezioni amministrative entrambe contraddistinte dal nome “Liberi di ricominciare”, coordinate – come è noto – dal dott. Paolo Ferrara, Commissario provinciale di UdC.

A lungo abbiamo meditato se sottoporre a Lei queste riflessioni prima della data del 12 giugno, ma è prevalsa la volontà di non interferire sull’espressione del voto delle nostre Comunità, rispettosi come siamo della Democrazia e della valenza delle elezioni come momento centrale della libera espressione di pensiero dei cittadini.

Adesso, ad urne chiuse ed alla luce del responso che ne è emerso, ancor più vengono avvalorate le nostre convinzioni rispetto alle modalità di formazione di queste liste, i cui candidati alla carica di Sindaco e di Consigliere comunale sono completamente estranei alle dinamiche delle nostre piccole comunità, non sono nati qui, né tanto meno sono residenti, non vi hanno parenti, non vantano alcun tipo di legame, tanto da essere all’oscuro persino dell’ubicazione della sede municipale e della viabilità da percorrere per raggiungere le frazioni che compongono i nostri borghi. Ed anche laddove (sparuti esempi) vi sia per alcuni qualche collegamento con Calanna o Laganadi, nessuno di questi ha una correlazione con le nostre realtà da decenni.

Inoltre, come se non bastasse questo ad insospettirci, dobbiamo segnalare che le liste sotto l’egida di “Liberi di ricominciare” per ben otto\undicesimi presentavano i medesimi candidati sia a Calanna che a Laganadi. Questo ad ulteriore conferma del totale disinteresse sociale e politico e soprattutto dell’assenza di senso civico e di attaccamento a questo o quel territorio, con relativa voglia di spendersi a servizio degli abitanti.

E Le assicuriamo che le stranezze non si fermano qui, sebbene possa essere già abbastanza.

Un altro clamoroso esempio è rappresentato da una candidata che nei giorni precedenti alle votazioni si è recata in Municipio a Calanna in forte stato di agitazione, per aver appreso solo dagli elenchi pubblici di essere stata inserita tra i candidati della lista “Liberi di ricominciare”. La sopracitata ha chiesto pertanto l’immediata cancellazione dall’elenco, sostenendo di essere stata soggiogata e di aver sottoscritto la candidatura perché indotta da taluno con la scusante di firmare una presunta iniziativa solidale in favore di un genitore della candidata a sindaco della stessa lista.

Oltre questo, sembrerebbe che alcuni candidati sarebbero stati scelti in numero considerevole tra soggetti in cura presso una psicologa, che è la medesima candidata alla carica di sindaco di Calanna di cui sopra. Approfondendo la vicenda, in effetti, questo aspetto è emerso anche da alcuni video resi pubblici tramite social media dagli stessi candidati “sospetti”, in cui si palesa lo stato di debolezza psicologica e confusione mentale degli stessi.

Per finire, è da notarsi che i programmi elettorali presentati ai due Comuni interessati da elezioni sono identici per forma e contenuto, variando esclusivamente nome del Comune e del candidato sindaco, a dimostrazione della totale mancanza di studio del contesto territoriale.

Riteniamo, dunque, ci possano essere gli estremi per una verifica da parte dei suoi Uffici rispetto alla bontà ed alla regolarità di queste condotte.

 

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