VILLA SAN GIOVANNI – «Un giorno sì e un giorno no, nonostante sia passato del tempo dalle note vicende giudiziarie, le forze dell’ordine vengono negli uffici comunali a chiedere documenti». Una dichiarazione per certi versi inquietante quella fatta dal sindaco facente funzioni Maria Grazia Richichi nel corso della fase preliminare del civico consesso di venerdì sera. Una dichiarazione che non può non riportare con la mente al terremoto politico-giudiziario scatenato dall’inchiesta “Cenide” (per cui il sindaco eletto Giovanni Siclari si ritrova ancora oggi sospeso e col divieto di dimora a Villa San Giovanni), ma anche ad altri fatti che hanno colpito la città dello Stretto negli anni recenti. L’attuale numero uno di palazzo San Giovanni è intervenuta nell’ambito di una discussione sugli uffici comunali, chiamati in causa (anche se in modo soft) dalla stessa maggioranza per giustificare davanti all’opposizione lo stallo di alcune procedure. Una sorta di lancia a favore degli uffici da parte di Maria Grazia Richichi, più che altro in risposta alle perplessità della minoranza («se gli uffici non funzionano si prendano provvedimenti», così Lina Vilardi del Pd), per evidenziare che i vari responsabili e dipendenti sono alle prese pure con altro e non solo con la gran mole di lavoro giornaliera. f.m.
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