VILLA SAN GIOVANNI – «Il procedimento avviato nei confronti del Comune di Villa San Giovanni, ai sensi dell’art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è concluso». Così il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese nel decreto che sancisce il verdetto sull’indagine antimafia avviata a palazzo San Giovanni lo scorso 18 febbraio a seguito dell’operazione “Cenide”: nessuna infiltrazione mafiosa nell’attività dell’amministrazione Siclari-Richichi. Il che significa che il consiglio comunale eletto nel 2017 non è sciolto e può andare avanti. Dalla titolare del Viminale nessuna proposta di scioglimento al Consiglio dei Ministri, alla luce della relazione del prefetto di Reggio Calabria che, nell’esaminare le conclusioni della commissione d’indagine, evidenzia «l’insussistenza delle condizioni legittimanti l’applicazione dell’art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose). Due ispezioni antimafia nel giro di tre anni, per lo stesso identico risultato: la ‘ndrangheta resta fuori da palazzo San Giovanni. (fra.me.)
Ulteriori dettagli sul Quotidiano del Sud del 22 dicembre 2020
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