REGGIO C. Lavoratori dei servizi psichiatrici sul piede di guerra

16 Giugno 2020
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REGGIO CALABRIA – «La “maledizione” dei servizi psichiatrici».  Sono anni ormai che il Coolap, il coordinamento dei lavoratori della psichiatria, tenta in ogni modo di far stabilizzare i servizi e di far dare dignità ai lavoratori e ai tanti disabili che aiutano e sostengono senza mai fermarsi. I vertici Coolap, dunque, avvertono: «Il tempo delle promesse – scrivono in una nota Vincenzo Barbaro, Filippo Lucisano e Giuseppe Foti – è finito!!! I commissari prefettizi dell’ASP di Reggio Calabria decantano e gridano con forza la parola legalità, ma non dovrebbero essere i primi a rispettare quanto affermano!? Vogliamo ricordare a chi ancora non lo sappia che il 3 marzo del 2000 il consiglio regionale ha approvato una legge 381/1991, che disciplina attraverso delle norme la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale, nella quale all’articolo 20 chiaramente stabilisce: il pagamento dei corrispettivi, le prestazioni delle cooperative sociali e dei soggetti senza fine di lucro sono parificate a quelle fornite dal personale dipendente dei servizi pubblici. Di fatto tutto questo – denunciano –  non è mai avvenuto e si ripresenta puntualmente da parte dell’Asp e dei commissari prefettizi una forma di ostracismo nei confronti dei suddetti pagamenti che, fatecelo dire, rappresenta in pieno l’illegalità da loro tanto perseguita. Si rammenta, a proposito di legalità, che le cooperative hanno presentato da tempo tutto quanto richiesto per far accreditare le strutture, ma come sempre una burocrazia lenta e poco attenta ai temi del sociale ha bloccato il tutto. Noi, lavoratori, nei nostri comunicati, teniamo a dare un messaggio chiaro e concreto perché siamo stanchi di essere trattati, insieme a tutti gli utenti, irrispettosamente. Abbiamo da sempre sopperito a tutte le mancanze che l’ASP e i suoi dipendenti non riuscivano o non volevano coprire, questo per dare agli utenti il servizio dignitoso che meritano. Siamo stati disponibili ad ogni confronto, ma da parte dell’Asp abbiamo trovato sempre un muro che di
fatto ha condotto alla situazione attuale che è quella che i pagamenti restano fermi a febbraio. Tutta la politica è stata coinvolta in questo dramma sociale, ma interessano di più i temi che hanno maggiore assonanza mediatica e portano voti». E concludono:  «Lo stigma psichiatrico, come una sorta di “maledizione”, mantiene nel limbo e nella noncuranza di tutti, utenti e operatori. Concludiamo chiedendo con forza l’intervento di tutte le figure istituzionali, informate dei fatti da tempo, perché nonpermetteremo che tale sopruso continui. Ci è precluso di sostenere pubblicamente e democraticamente le nostre dimostranze per le restrizioni sanitarie, ma questo non ci impedirà di dimostrare tutto il nostro e dovuto dissenso in ogni altra forma consentita».

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