Uscire prima dell’alba per un prelievo di sangue? A Reggio Calabria ci si affida alla speranza (e no, non il ministro) anche per delle banali analisi del sangue: solo i primi 60 fortunati rientrano nel numero massimo di prelievi che il laboratorio di via Willermin può gestire, a causa della carenza di personale. Dopo il periodo di chiusura, a causa del trasferimento a Locri dell’unico tecnico assunto lì, queste sono le condizioni in cui il laboratorio tenta di far fronte alla richiesta del servizio: il tecnico trasferito ha ottenuto il dono dell’ubiquità e si divide tra Reggio e Locri, e ai prelievi è stato imposto il numero limite giornaliero.
Adesso la chiusura definitiva è dietro l’angolo! Tre biologi andranno in pensione (ohibò, come si permettono?! In questo paese dicono si debba lavorare fino a 90 anni!) e il commissariamento della sanità ha bloccato il turn over in tutta la regione: piano di rientro, dicono loro; smantellamento della sanità pubblica calabrese, diciamo noi. Quegli eventi straordinari ed imprevedibili che parrebbero essere i pensionamenti, agli occhi delle dirigenze e dei commissari, affosseranno la pianta organica, già sottodimensionata (6 sono gli attuali biologi a fronte degli 8 minimi previsti), del laboratorio che si fa carico dei servizi all’Azienda Ospedaliera, al carcere di Arghillà, ai poliambulatori Asp in tutto il territorio reggino e provincia nord ed, infine, ai poveri cristi che si erano svegliati prima dell’alba sperando di rientrare nei 60 fortunati.
Eppure i concorsi per nuovo personale erano già stati fatti, basterebbe attingere alle graduatorie di idoneità: i soldi ci sono. Lo dimostrano gli accreditamenti continui alla sanità privata, per fornire gli stessi identici servizi della sanità pubblica, a costi indubbiamente più elevati per le casse dell’Azienda pubblica.
La triade commissariale dell’Asp reggina si è dimostrata sempre sorda a tutte le richieste, di utenti, dipendenti ed anche alle richieste di incontri a Palazzo San Giorgio: sarà quindi responsabile tanto quanto coloro che hanno divorato l’Azienda Sanitaria reggina, dell’interruzione dei servizi pubblici essenziali sul territorio e di favorire i privati che fanno profitto sui bisogni della gente, spesso risparmiando sulle tutele lavorative dei propri dipendenti.
Come Potere al Popolo da sempre sosteniamo la necessità di una sanità pubblica, gratuita e accessibile a tutti che offra servizi di qualità e condizioni lavorative eque e dignitose. Mentre si passa da una campagna elettorale a un’altra, senza soluzione di continuità e soprattutto senza soluzioni per la nostra sanità, dobbiamo costruire un percorso di mobilitazione per evitare nuovamente la progressiva chiusura di questo laboratorio fondamentale per la città di Reggio Calabria e, più in generale, per non assistere in silenzio allo smantellamento della nostra sanità pubblica.
Potere al Popolo!
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