VILLA SAN GIOVANNI – Volti bui, sguardi bassi, espressioni preoccupate. È una maggioranza a pezzi quella che si presenta nella sala consiliare per il primo consiglio dopo l’operazione “Cenide”, dunque senza il sindaco Giovanni Siclari – in atto agli arresti domiciliari – e con la sua vice Maria Grazia Richichi tornata nelle vesti di facente funzioni.
A rabbuiare ulteriormente gli animi è la decisione delle minoranze, annunciata e spiegata nel corso di una veloce conferenza stampa precedente l’inizio del civico consesso, di non prendere parte alla seduta. Che, pertanto, a seguito dell’appello da parte del segretario Francesco Gangemi, viene dichiarata deserta per assenza del numero legale. Il presidente Nino Giustra comunica che non si può andare avanti con i lavori e chiude l’assise. La maggioranza, comunque, visto anche l’invito alle dimissioni indirizzatole poco prima dai gruppi di opposizione, resta in aula e rilascia alcune dichiarazioni alla stampa, confermando subito di voler continuare il percorso politico-amministrativo cominciato a giugno 2017.
Di dimissioni, quindi, neanche a parlarne. La coalizione di governo, almeno per adesso, non vuol saperne di mollare la poltrona, né tanto meno sembra porsi il problema di essere ormai ridotta davvero ai minimi termini, in perfetta parità con la minoranza. La squadra siclariana, pienamente solidale nei confronti del proprio sindaco finito sotto inchiesta, forse sottovaluta il rischio di non poter approvare punti in Consiglio e, quindi, di poter paralizzare l’attività amministrativa. Essere otto contro otto è una situazione del tutto sfavorevole alla maggioranza, ma non è solo questo il punto della questione. La verità è che la maggioranza è apparsa visibilmente provata da quanto accaduto e, pertanto, ci si chiede con quale spirito, quali certezze e quali prospettive voglia continuare a guidare la città.
A far precipitare una situazione già di per sé complessa sarebbe l’eventuale arrivo di una commissione d’accesso antimafia, ipotesi che il prefetto Mariani prenderà in considerazione una volta ultimato l’esame delle carte dell’indagine. La squadra siclariana è in pensiero anche per questo, eppure non molla e va avanti per la sua strada auspicando che tutto si risolva. Le premesse di stasera, tuttavia, non sono granché per la maggioranza. Se con Siclari la squadra in qualche modo teneva, oggi risulta più evidente che mai la grana dei numeri che non ci sono e la conseguente difficoltà a resistere in queste condizioni. In un certo senso, oggi, la vera maggioranza è l’opposizione che decide se partecipare o meno ai consigli comunali e se approvare o bocciare punti. (Francesca Meduri)
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