VILLA SAN GIOVANNI – Salvatore Ciccone scatenato nella fase preliminare, e non solo, del consiglio comunale di martedì scorso. Nel mirino del consigliere democratico, tra le altre cose, il bando per avvocato (per la posizione D a Palazzo San Giovanni) a fronte di un ufficio tecnico in costante sofferenza, i quattro avvisi per altrettanti esperti, e il recente incarico dato all’ex assessore D’Agostino. Su quest’ultimo punto, in particolare, Ciccone incalza il sindaco Siclari segnalando la nomina di D’Agostino a difensore dell’Ente dopo soli cinque giorni dalle dimissioni dalla giunta: «Non c’è incompatibilità, inconferibilità, visto che non sono passati due anni dalla fine del compito amministrativo? D’Agostino era ancora nella short list degli avvocati? Si era e non si era cancellato con la nomina ad assessore? Io vi segnalo queste cose per evitare che finiscano alla Corte dei Conti». Quesiti davanti ai quali il primo cittadino prova a sdrammatizzare, sottolineando in sostanza come non vi sia nulla di male nel dare a D’Agostino la possibilità di continuare a collaborare con il Comune per il bene della città. Invita, quindi, Ciccone a non attaccarsi ad argomentazioni “ad personam”, rispondendogli picche anche sull’appunto relativo all’acquisto degli arredi per la stanza del sindaco: «Se non fosse stato necessario non avremmo acquistato nulla, e comunque – puntualizza Siclari evidenziando la necessità di decoro e ospitalità in occasione dei vari incontri istituzionali – ho cercato di risparmiare il più possibile». Il sindaco interviene pure in difesa della giunta Richichi, accusata di diverse mancanze nel corso della gestione della cosa pubblica. «L’arrivo del commissario ha interrotto la continuità amministrativa – ricorda Siclari giustificando, tra l’altro, il problema della sporcizia in città – e non sono state inserite in bilancio alcune spese». E sul traffico che in occasione dell’esodo dell’11 agosto ha paralizzato Villa, ribadisce: «È un problema – così Siclari – che si verifica ogni anno, non solo a Villa ma in tutte le città e arterie nazionali strategiche. Nel giro di tre ore si è risolto tutto». Ma Ciccone e tantissimi altri hanno assistito a tutta un’altra storia, tant’è che il consigliere del Partito democratico arriva addirittura a chiedere le dimissioni dell’assessore al ramo Massimo Morgante. Che rispedisce al mittente tutte le critiche, rimarcando e rivendicando la bontà dell’attività portata avanti.
Francesca Meduri
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