VILLA. L’artista Rosaria Straffalaci ridà vita e colore all’ex Isa con una straordinaria performance estemporanea nel cuore dell’Immacolata

16 Ottobre 2017
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di CONSOLATA MAESANO

VILLA SAN GIOVANNI – Domenica pomeriggio all’insegna dell’arte e della storia presso il rione Immacolata di Villa San Giovanni: il celebre albero al centro del cortile interno si è trasformato nel cavalletto della tela dell’artista Rosaria Straffalaci. La pittrice di origine villese, durante un’egregia performance estemporanea, ha ridato vita e mille colori a delle vecchie fotografie in bianco e nero rappresentanti l’ex fabbrica Isa (Industria Sedie e Affini): lo storico edificio, situato nel rione dell’Immacolata, a rischio abbattimento. Contro questo danno al patrimonio e alla memoria storica collettiva è in prima linea l’associazione culturale Cenidia, promotrice, oltre che della suddetta iniziativa, anche di una petizione popolare contro la demolizione della struttura.

«Le immagini iniziali erano in bianco e nero per far capire che è possibile recuperare e colorare tutto, anche l’ex Isa. Speriamo che torni ad essere soltanto Isa»  spiega l’artista, che prosegue «il significato è stato tutto ciò che è ruotato attorno alla performance: la possibilità di entrare nelle case del rione, di farsi prestare le viti oppure il rossetto dai vicini di casa. L’intento è riuscito in pieno: siamo veramente riusciti a entrare nei cortili, nelle case, a far uscire fuori la gente».

L’artista ha donato l’opera all’associazione e quest’ultima l’ha consegnata al quartiere e ai suoi abitanti. L’esibizione è stata intervallata dagli interventi letterari della giornalista Barbara Lottero, che ha proposto alcune importanti pagine della narrativa calabrese: «Fortunato Seminara, Leonida Repaci, Corrado Alvaro e molti altri sono intellettuali di spessore hanno dato voce nazionale alla nostra splendida terra. La loro è una contro storia, racconta dagli artisti attraverso le vicende umane e spirituali. L’arte permette questo: entrare nella memoria, nel territorio dell’animo in punta di piedi».

«La nostra gente ha l’esigenza, tipica di questi tempi, di andare a riscoprire le cose semplici: una chiacchierata all’aperto, ritrovarsi con la gente che si conosce da sempre, ricordare i tempi passati. Sono i luoghi a raccontarci nostra identità e la nostra storia: da qui l’esigenza di recuperare le zone abbandonate e riconvertirle, perché servono luoghi di associazione. È questo il lavoro che stiamo cercando di fare sul nostro territorio, soprattutto con l’Isa»,  ha concluso Maria Franco, esponente di Cenidia.

L’Isa -è ridondante ricordarlo- rappresenta un’inestimabile testimonianza della storia villese: fondata nel 1952, garantì lavoro a 120 operai per circa quindici anni, ma non riuscì a sopravvivere a una forte crisi di produzione. Seguirono dunque decenni di anni di oblio e abbandono, fino a quando, nel 2003, il comune di Villa San Giovanni acquistò la struttura, destinando alcuni locali alla costruzione di un centro polifunzionale. Oggi una parte della struttura ospita tra le altre cose il comando di polizia locale e gli uffici tecnico, ragioneria e tributi del comune. La zona antica oggetto di una possibile demolizione è quella del fumaiolo e delle scalette.

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